domenica 10 ottobre 2010

BERSANI : senza di noi non c'è alternativa a Berlusconi
Non saremo utili idioti per nessuno.
«Chi maltratta il pd rifletta, perché rischia di tenersi Berlusconi, senza di noi non va a casa. Il Pd è pronto a discutere con tutti, a seguire tutti i passaggi... ma non a fare la salmeria, non saremo utili idioti di un progetto di qualcun altro: abbiamo il fisico per esser il traino dell'alternativa».
Mai più l'Unione.
«Non faremo mai più un meccanismo come l'Unione, che non è in grado di mantenere le promesse». Mai più, ha insistito, una coalizione come quella in cui «qualche tuo alleato, mentre il governo faceva le uniche cose per il Nord come il cuneo fiscale e le infrastrutture, metteva le dita negli occhi sul piano del giudizio morale rispetto alla piccola impresa».
Nuovo Ulivo è l'alternativa.
«Un'alleanza per la democrazia, per tutelare le regole democratiche, il nuovo ulivo è il cuore del progetto di alternativa di governo. Non si rifà l'unione e non a tutti i prezzi».
Bossi e Berlusconi hanno tradito il Nord.
«Non è vero che siamo stranieri al nord. Abbiamo delle responsabilità ma il sogno e il progetto di Bossi e Berlusconi sono falliti. Il nord è stato tradito così come l'intera Italia è stata tradita. Il sogno di liberare l'energia del nord affinchè si liberasse l'intero paese è fallito. Questo è stato un danno enorme per l'Itali che si è mano mano allontanata dai grandi processi di modernizzazione»..
Federalismo: per servizi migliori.
«La prendiamo noi in mano questa bandiera del federalismo, ma nella nostra chiave: nuovi obiettivi per ottenere l'avanzamento nei servizi».»
L'Udc si dice di opposizione.
L'Udc si definisce di opposizione e il nuovo ulivo deve parlare con tutte le forze di opposizione... ma questa alleanza, prima di tutto, bisogna farla con l'Italia, noi dobbiamo rompere il muro di gomma tra politica e società, tocca a noi aprire un varco».
Parlare di inciucio è far danni.
«La legge elettorale è centrale: consente con il 35-36% di voti, di prendersi tutto, compresa la maggioranza nelle Camere riunite per procedere all'elezione del capo dello Stato. Stiamo parlando di questa roba qua. Quando facciamo troppo i sofistici, “governo di transizione sì, però...” cerchiamo di capire qual è la posta in gioco. Se diffondiamo l'idea che c'è un'invincibile smania per l'inciucio, per il compromesso, noi facciamo dei danni».
Riforma fiscale, punto clou.
La riforma fiscale è «un'urgenza, un punto clou della nostra operazione», mentre il Governo non ha «concluso niente». Rispetto ai governi di centrosinistra, «forse non avevamo tirato una riga abbastanza netta anche nella comunicazione, sul fatto che tutto quello che prendi dall'evasione deve ripercuotersi in capacità di movimento. E poi c'è il lavoro, alleggerire il lavoro, l'impresa, la famiglia con i figli».
Immigrazione: equità e razionalità.
«Noi dobbiamo trovare un'idea che non oscilli, non vogliamo essere buoni ma razionali. Un paese che vuole crescere deve avere una quota di immigrati. Il fenomeno porta vantaggi ma anche discordie e problemi. Non è possibile che i vantaggi vadano tutti da una parte e i disordini tutti alle fasce basse della popolazione. Se arriva un povero non è possibile che paghi un altro povero. Dobbiamo avere un progetto che abbia umanità, equità e razionalità».
Siamo un partito, non un sindacato.
«Non voglio che passi l'idea che il Pd stia con questo o con quello. Noi siamo un partito, non un sindacato». Il segretario esprime solidarietà a Bonanni e alla Cisl («Non sono tollerabili aggressioni»), ma con altrettanta nettezza spiega come il Partito democratico non si identifichi in alcuna sigla sindacale.
In giro c'è paura di dossier. Io non ne ho.
«Se ci siano dossier in giro non lo so, però c'è paura in giro; io no, ma c'è paura in giro, non solo a Roma, una paura che scende giù per li rami».
Governo di transizione.
«Siamo pronti ad un governo di transizione che cambi la legge elettorale e affinchè si possa andare a elezioni, guardando avanti e non traccheggiando. Per questo ci dobbiamo rivolgere a tutte le forze interessate a mettere in sicurezza la democrazia italiana»
Berlusconismo, fase più pericolosa.
Basta, dice Bersani, «sofismi», c'è il rischio di una «deriva plebiscitaria» e per fermarla il Pd deve essere pronto ad una «alleanza per la democrazia» con «chi ci sta». E avverte: Silvio Berlusconi «rilancerà, forse fino a far traballare qualche nostro pilastro costituzionale, non sarà un pranzo di gala. Non siamo oltre il berlusconismo, siamo al secondo tempo ed è la fase più pericolosa. Non se ne andrà bevendo una tazza di the, ma preferirà il “muoia Sansone con tutti i filistei”»
Partito chiacchiera su di sé.
«Le gazzette sono piene di un partito che chiacchiera su di sè piuttosto che di problemi di cui è piena l'Italia».
Rispettiamoci.
Il Pd non è abbastanza «rispettato», lo sarà presto ma a patto che «ci rispettiamo tra di noi». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lo dice aprendo la relazione conclusiva all'assemblea nazionale democratica: «È stata una bella assemblea, noi siamo un bel partito. Se ne convinceranno. Certo, non siamo rispettati abbastanza, non ci rispettano abbastanza gli amici, gli avversari... su di noi si dice di tutto, mi sveglio al mattino e imparo che ho fatto cose che non ho neanche mai pensato. Ma vi garantisco che ce l'avremo 'sto rispetto, con calma e gesso, ci rispetteranno». «L'unica condizione - avverte - è che ci rispettiamo noi. Se ci rispettiamo noi stiamo sicuri che poi ci rispetteranno. E qui ci siamo rispettati».