sabato 5 settembre 2009

Nel Comune dove anche il centralino parla il "dialett de Comm"


Per accedere alle informazioni in "dialett de Comm" spingere ("tishar") il tasto 2. Il centralino del Comune di Como si è già adeguato al nuovo dettato leghista che vuole l'italiano affiancato dal dialetto in tutto e per tutto. Digitare (tishar) 031 2521 (il numero di telefono del centralino) per provare. A rispondere (ASCOLTA L'AUDIO), per ora, in prima battuta, è ancora una signorina, che, poco aggiornata, parla italiano. Ma subito dopo, a soccorrerla interviene una voce leggermente cavernosa che articola le informazioni nella lingua che piace a Bossi. In "dialett de Comm". Prima di lasciare spazio a una signorina che, bontà sua, ad uso dei turisti, finché non avranno imparato anche loro l'idioma locale, parla persino l'inglese. A Como, l'uso linguistico sfiora l'avanguardia. E già si celebrano i primi matrimoni in dialetto. Con la formula locale che recita: «E adess v'el disi bèl ciaàr: da quest mumènt chì sii marì e mijèè». Per la prima volta la fatidica frase dialettale sarebbe stata pronunciata oggi a Palazzo Cernezzi, sede del Municipio di Como, durante la celebrazione del primo matrimonio in vernacolo. Davanti all'Assessore all'Ambiente Diego Peverelli (leghista), una coppia di comaschi di mezza età che ha scelto di unirsi con rito civile ma anche celebrandolo in dialetto. Peverelli, tuttavia, come prevedono le leggi in materia, ha dovuto pronunciare il «Vi dichiaro marito e moglie» anche in italiano come pure in doppia lingua ha letto i diritti-doveri dei due coniugi. In Municipio sono arrivati fotografi e telecamere, oltre a diversi curiosi per la singolare cerimonia. I due sposi sono apparsi piuttosto sorpresi per tanto interesse ma già da ieri le agenzie di stampa avevano anticipato quanto sarebbe accaduto. A volere che il rito fosse in lingua dialettale sono stati i due sposi, circondati da amici e parenti. Loro avrebbero voluto fare una sorpresa agli invitati 'ma la stampa ha bruciato la notizià. Presente anche il Consigliere regionale della Lega Nord Edgardo Arosio.
di ma.ge. 03 settembre 2009 da http://www.unita.it/
Per usare la stessa lingua : Ma andè a dà via i ciapp !!

domenica 30 agosto 2009

Pier Luigi Bersani alla Festa Nazionale del PD

«Non faccio il segretario se non posso dire la parola sinistra», dice con orgoglio, rifiutando l'etichetta di «passatista» e di «socialdemocratico» e citando, anche lui, Obama come esempio di modernità che si rifà alle radici … Le distanze dal suo rivale non sono sull'idea paese, sulle inefficienze del governo rispetto alla crisi e sulle categorie da difendere (insegnanti, famiglie, redditi bassi) ma sul partito che sarà a seconda che vinca l'ex comunista o l'ex democristiano. «Io voglio bene a Franceschini ma dire che non sta a lui spiegare le differenze da me non mi è piaciuto. Se in un anno abbiamo perso 4 milioni di voti, sarà un problema un pò di tutti», è la premessa all'elenco di errori «da correggere». Sull'identità, perchè «riformismo non è andare per funghi, un pò qua e un pò là» ma vuol dire partito «popolare, non giacobino, non classista». E qui Bersani scandisce il suo mantra: «Voglio un partito di una sinistra democratica e liberale e, siccome c'è gente che si preoccupa, vorrei anche sdrammatizzare: ci sono state tante sinistre (cattolica, liberale, comunista) e non si offendeva nessuno perchè sinistra allude all'uguaglianza di tutti». In quei valori sono le radici del Pd e Obama, modello politico di tutti i big Pd, è la prova vivente «della modernita» di alcuni ideali e non del «passatismo». Così come il radicamento del partito «di cui tutti ora parlano», è l'unico modo per costruire il partito: «È chiaro che bisogna conoscere Internet ma la sostanza politica è guardare la gente all'altezza degli occhi» … Certo sui temi etici, il Pd ha ancora strada da fare per trovare l'unità e per Bersani «va bene discutere ma poi ci si dà delle regole per trovare una posizione unica». E sui due nodi del dibattito congressuale, rinnovamento generazionale e alleanze, Bersani resta della sua idea. «Ho il compito di fare girare la ruota ma io non riduco i giovani a simboli… E se il primo compito del Pd è fare un'opposizione «combattiva», il secondo è «riorganizzare subito il campo del centrosinistra» senza aspettare «di farlo solo quando avremo il 51 per cento». E se «la raccolta non la fai quando semini», per l'aspirante leader la semina nel campo dell'opposizione va cominciata subito, aprendo il dialogo con «tutte le forze di opposizione», dall'Udc alla sinistra.
http://www.unita.it/news/italia/87698/bersani_non_rinuncio_alla_parola_sinistra