mercoledì 8 dicembre 2010

Siamo alla fine

Sandro Bondi prossimo premio Nobel per il Coraggio (se non c’è lo inventiamo) non si presenta alla prima della Scala per evitare ( se va tutto bene) una pioggia di insulti. Il sovrintendente Stephane Lissner (comunista anche lui?) se la cava egregiamente con un battuta di una sottigliezza e di una causticità Agnelliana (da Gianni Agnelli). Alla Gelmini recapitano una carriolata di letame direttamente sull’uscio di casa. Nelle settimane, o nei passati mesi Gianni Letta ( che a qualcuno sembra il meno peggio) si becca fischi ed insulti all’Aquila. Il “meglio fico del bigoncio” si presenta nel profondo Veneto leghista e si becca insulti e fischi nonostante si sia portato dietro il capo della Lega come salvacondotto. Siamo al punto in cui “ l’uomo della provvidenza “ ormai può parlare liberamente solo nei conclave dei cerebrolesi che a lui si sono consacrati e votati …. a prescindere . E citiamo solo i casi che la memoria , ormai preda dell’Alzheimer, ci consentono.
Sono ,però, segni dei tempi , e siccome i segni rappresentano pure qualcosa bisognerà trarre qualche considerazione, pur senza essere sociologi, psicologi, analisti , o il Gustave Le Bon del 3° millennio che riscrive “La Psicologia delle Folle” .
Ordunque quali auspici trarre? Avendo un’ età tale da aver vissuto e mnemonizzato una serie di eventi passati possiamo dire che nemmeno la fine della “prima repubblica” ha avuto un contorno ricco di contestazioni a 360° come sta avvenendo con l’attuale, defunto, governo . In fondo la prima repubblica “si estinse” con le monetine lanciate a Craxi nel 93. E’ vero che quello fu solo l’atto finale di una lunga agonia fatta di manette esposte nei TG , di Pubblici Ministeri che (finalmente) poterono esercitare tutte le loro funzioni liberamente, ma nulla è paragonabile al giudizio che l’opinione pubblica ( o il popolo, se più vi piace ) ha nei confronti dell’attuale classe dirigente. Purtroppo sono passati 17 anni da allora ma è come se ne fossero passati 170 (ma in senso antiorario) . In questo frattempo il “presdelcons fin quando dura ” ha potuto influenzare a tal punto la pubblica opinione da permettersi tutto quello che gli pare , attraverso i meccanismi massmediatici che conosciamo e la pletora di mignotte di regime che lo circonda e che gli fa da lacchè tramite televisioni , giornali e quant’altro . Per essere molto chiari e affinchè non vi siano equivoci , vista l’attività prioritaria dei soggetti di cui stiamo trattando , precisiamo che il termine “mignotte di regime” non è da intendersi esclusivamente riferito a chi pratica sesso a pagamento, bensì a quelli/e che vendono cervello, dignità e principi in cambio di una prebenda qualunque o di qualche denaro che, ci auguriamo , spenderanno a breve in farmaci per curare la dissenteria.
Tornando al discorso iniziale è quasi istintivo pensare ad un “deja vu” o forse solo un beneaugurante tentativo di illudersi che questo paese di … cioccolata , che ha celebrato fino a ieri il leader del “ghe pensi mi” , possa essersi , finalmente, rotto i coglioni ed abbia pensato bene di mandarlo ad occupare una delle tante ville sfitte ad Antigua, libero, alla fine, di trombare ( si fa per dire… ) tutte le troie che gli pare senza dover rendere conto a nessuno.
Intanto aspettiamo il 14 dicembre che anche se sappiamo già non essere la data di fine regime , sarà ,comunque, un ulteriore passo verso la fine di un sistema politico per tutti, nessuno escluso. (Bersani… Ci sei ? Sei connesso? E tu Vendola pure? )
Intanto riflettiamo su due questioni di questi giorni . Denis Verdini , indagato per corruzione dichiara ( salvo poi precisare , smentire, ritrattare, puntualizzare) che: “"Sappiamo delle prerogative del Quirinale, ma politicamente ce ne freghiamo…” e intanto Giorgio Napolitano è l’unico uomo politico che può permettersi di attraversare serenamente “lo stivale” raccogliendo solo applausi e consensi.
L’altra , abbiamo dovuto aspettare che arrivasse un Galantuomo di nome Daniel Barenboim, nato a Buenos Aires da genitori russi di origine ebraica a leggere davanti al mondo intero l’articolo 9 della Costituzione Italiana per ricordare ai politici che hanno giurato sulla stessa quelli che sono i loro doveri .
Saranno anche questi segni dei tempi?

domenica 28 novembre 2010

Un uomo tranquillo

Un uomo tranquillo è quello che stamattina non si è svegliato con l’angoscia di sapere quanto potrà rivelare su di lui Wikileaks
Un uomo tranquillo è quello che si è fatto 24 ore difilato tra pullman e tutto il resto per essere a Roma a gridare che questo paese è ancora vivo
Un uomo tranquillo è quello che ieri a Roma ha rivisto ancora una volta la parte più bella e vitale di questo paese
Un uomo tranquillo è quello consapevole di quanto sia meglio passare 24 ore del suo tempo con un ragazzo che lavora a ciclo continuo a 40° di temperatura in una vetreria e che per essere a Roma ha preso una giornata di ferie … perché è fortunato ad avere un lavoro a tempo indeterminato (che tanti altri vorrebbero) ma che a Palazzo Grazioli manco sanno che esiste e di cosa rappresenti in termini di fatica e sacrificio
Un uomo tranquillo è quello che si emoziona ancora a sentire i Modena City Ramblers che suonano Bella Ciao insieme a centinaia di migliaia di persone, compresa la Camusso
Un uomo tranquillo è quello che per domattina sa di uscire , farsi 11 ore di lavoro, e nonostante questo l’unico problema che si pone è se nevicherà o meno
Un uomo tranquillo è quello che si era preparato a cinque anni di governo di merda e , forse, avrà una riduzione di pena
Un uomo tranquillo è quello consapevole che domattina possono fermarlo la Finanza , la Polizia Stradale, i Carabinieri o chi cazzo vi pare e potra rispondere loro con un sorriso perché non ha niente da nascondere negli armadi tranne qualche cravatta fuori moda
Un uomo tranquillo è quello che sa che, nella sua vita, non ci sono minorenni e troie o ambedue le categorie che possano raccontare a chicchessia delle loro imprese nelle ville o nei palazzi istituzionali
Un uomo tranquillo è quello che sa rispettare la vita ma anche la scelta consapevole di ognuno di rinunciarvi quando non la ritiene più degna di essere vissuta
Un uomo tranquillo è quello che davanti al TG che parla di aperture della chiesa sulla contraccezione se ne sbatte i sonoramente coglioni perché non è questo centro di potere il suo riferimento ideale
Un uomo tranquillo è quello che ancora riesce a indignarsi davanti alle tante dimostrazioni di barbarie e di ottusità dipinte di verde padano
Un uomo tranquillo è quello che ha fatto sue le parole di Enrico Berlinguer allorquando affermava : Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo
, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.

Deve consumarsi lentamente questo buio...

“Deve consumarsi lentamente questo buio. Intanto tu torna a far leggere i libri. A dar loro parole. Fiumi di parole e di pensieri. Che leggano, senza sosta, falli persino schiattare di lettura e di punteggiatura. Virgole, punti, punti e virgola, punti esclamativi e, finalmente, punti interrogativi. Punti interrogativi. Qualche domanda seria, nel silenzio delle loro stanze, in fondo al residuo dell’anima inizieranno a farsela. Tutti. A quel punto, vedrai, la battaglia sarà vinta perché la protesta non sarà un ruscello, una stagione, ma la pelle che li copre. A quel punto vagliela a strappare...”.

sabato 23 ottobre 2010

Parliamo di spazzatura, quella vera ...

Altra puntata della polemica tra Silvio Berlusconi e Annozero. Durante la conferenza stampa al termine della riunione sui rifiuti la giornalista del Tg3 prende il microfono per fare una domanda e si presenta, con nome e testata; il premier la interrompe: «Il Tg3? Quello che non esiste, secondo alcune trasmissioni Rai, giusto?». La giornalista rimane per un attimo interdetta, mentre qualche collega le spiega il riferimento del premier ad Annozero che ieri sera ha fatto vedere le tabelle con i vari tg e trasmissioni Rai, senza citare il Tg3. Nel frattempo interviene Bertolaso: «Parliamo di spazzatura, quella vera, che è meglio».
Va Bene!! Parliamo del governo !

domenica 10 ottobre 2010

BERSANI : senza di noi non c'è alternativa a Berlusconi
Non saremo utili idioti per nessuno.
«Chi maltratta il pd rifletta, perché rischia di tenersi Berlusconi, senza di noi non va a casa. Il Pd è pronto a discutere con tutti, a seguire tutti i passaggi... ma non a fare la salmeria, non saremo utili idioti di un progetto di qualcun altro: abbiamo il fisico per esser il traino dell'alternativa».
Mai più l'Unione.
«Non faremo mai più un meccanismo come l'Unione, che non è in grado di mantenere le promesse». Mai più, ha insistito, una coalizione come quella in cui «qualche tuo alleato, mentre il governo faceva le uniche cose per il Nord come il cuneo fiscale e le infrastrutture, metteva le dita negli occhi sul piano del giudizio morale rispetto alla piccola impresa».
Nuovo Ulivo è l'alternativa.
«Un'alleanza per la democrazia, per tutelare le regole democratiche, il nuovo ulivo è il cuore del progetto di alternativa di governo. Non si rifà l'unione e non a tutti i prezzi».
Bossi e Berlusconi hanno tradito il Nord.
«Non è vero che siamo stranieri al nord. Abbiamo delle responsabilità ma il sogno e il progetto di Bossi e Berlusconi sono falliti. Il nord è stato tradito così come l'intera Italia è stata tradita. Il sogno di liberare l'energia del nord affinchè si liberasse l'intero paese è fallito. Questo è stato un danno enorme per l'Itali che si è mano mano allontanata dai grandi processi di modernizzazione»..
Federalismo: per servizi migliori.
«La prendiamo noi in mano questa bandiera del federalismo, ma nella nostra chiave: nuovi obiettivi per ottenere l'avanzamento nei servizi».»
L'Udc si dice di opposizione.
L'Udc si definisce di opposizione e il nuovo ulivo deve parlare con tutte le forze di opposizione... ma questa alleanza, prima di tutto, bisogna farla con l'Italia, noi dobbiamo rompere il muro di gomma tra politica e società, tocca a noi aprire un varco».
Parlare di inciucio è far danni.
«La legge elettorale è centrale: consente con il 35-36% di voti, di prendersi tutto, compresa la maggioranza nelle Camere riunite per procedere all'elezione del capo dello Stato. Stiamo parlando di questa roba qua. Quando facciamo troppo i sofistici, “governo di transizione sì, però...” cerchiamo di capire qual è la posta in gioco. Se diffondiamo l'idea che c'è un'invincibile smania per l'inciucio, per il compromesso, noi facciamo dei danni».
Riforma fiscale, punto clou.
La riforma fiscale è «un'urgenza, un punto clou della nostra operazione», mentre il Governo non ha «concluso niente». Rispetto ai governi di centrosinistra, «forse non avevamo tirato una riga abbastanza netta anche nella comunicazione, sul fatto che tutto quello che prendi dall'evasione deve ripercuotersi in capacità di movimento. E poi c'è il lavoro, alleggerire il lavoro, l'impresa, la famiglia con i figli».
Immigrazione: equità e razionalità.
«Noi dobbiamo trovare un'idea che non oscilli, non vogliamo essere buoni ma razionali. Un paese che vuole crescere deve avere una quota di immigrati. Il fenomeno porta vantaggi ma anche discordie e problemi. Non è possibile che i vantaggi vadano tutti da una parte e i disordini tutti alle fasce basse della popolazione. Se arriva un povero non è possibile che paghi un altro povero. Dobbiamo avere un progetto che abbia umanità, equità e razionalità».
Siamo un partito, non un sindacato.
«Non voglio che passi l'idea che il Pd stia con questo o con quello. Noi siamo un partito, non un sindacato». Il segretario esprime solidarietà a Bonanni e alla Cisl («Non sono tollerabili aggressioni»), ma con altrettanta nettezza spiega come il Partito democratico non si identifichi in alcuna sigla sindacale.
In giro c'è paura di dossier. Io non ne ho.
«Se ci siano dossier in giro non lo so, però c'è paura in giro; io no, ma c'è paura in giro, non solo a Roma, una paura che scende giù per li rami».
Governo di transizione.
«Siamo pronti ad un governo di transizione che cambi la legge elettorale e affinchè si possa andare a elezioni, guardando avanti e non traccheggiando. Per questo ci dobbiamo rivolgere a tutte le forze interessate a mettere in sicurezza la democrazia italiana»
Berlusconismo, fase più pericolosa.
Basta, dice Bersani, «sofismi», c'è il rischio di una «deriva plebiscitaria» e per fermarla il Pd deve essere pronto ad una «alleanza per la democrazia» con «chi ci sta». E avverte: Silvio Berlusconi «rilancerà, forse fino a far traballare qualche nostro pilastro costituzionale, non sarà un pranzo di gala. Non siamo oltre il berlusconismo, siamo al secondo tempo ed è la fase più pericolosa. Non se ne andrà bevendo una tazza di the, ma preferirà il “muoia Sansone con tutti i filistei”»
Partito chiacchiera su di sé.
«Le gazzette sono piene di un partito che chiacchiera su di sè piuttosto che di problemi di cui è piena l'Italia».
Rispettiamoci.
Il Pd non è abbastanza «rispettato», lo sarà presto ma a patto che «ci rispettiamo tra di noi». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lo dice aprendo la relazione conclusiva all'assemblea nazionale democratica: «È stata una bella assemblea, noi siamo un bel partito. Se ne convinceranno. Certo, non siamo rispettati abbastanza, non ci rispettano abbastanza gli amici, gli avversari... su di noi si dice di tutto, mi sveglio al mattino e imparo che ho fatto cose che non ho neanche mai pensato. Ma vi garantisco che ce l'avremo 'sto rispetto, con calma e gesso, ci rispetteranno». «L'unica condizione - avverte - è che ci rispettiamo noi. Se ci rispettiamo noi stiamo sicuri che poi ci rispetteranno. E qui ci siamo rispettati».

domenica 29 agosto 2010

Le regole di Marchionne e l'etica di Berlinguer

per chi se lo fosse perso
di EUGENIO SCALFARI
Il Marchionne intervenuto a Rimini al meeting di Comunione e liberazione non ha detto grandi novità rispetto al Marchionne di Pomigliano. Del resto da allora non è accaduto nulla di rilevante che non fosse già stato previsto: il mercato automobilistico mondiale continua a perder colpi in Occidente (e a guadagnarne nei grandi mercati dei paesi emergenti); la Fiat è una delle imprese più penalizzate sia sul mercato italiano sia su quello europeo; la stessa Fiat tuttavia vende in Italia circa il 40 per cento del suo prodotto e quindi in Italia ci deve restare, che lo voglia oppure no, ed anche le più massicce de-localizzazioni non possono cancellare con un tratto di penna tutti gli stabilimenti italiani e la manodopera che ci lavora.Questa situazione è nota da un pezzo, fin da quando due anni fa Marchionne lanciò l'operazione Chrysler con l'accordo dei suoi azionisti, del presidente americano Barack Obama e dei sindacati di Detroit. Non tutti i commentatori capirono che non era la Fiat a conquistare la Chrysler ma viceversa: la Fiat si aggrappava alla Chrysler, anch'essa in stato pre-agonico, per fare di due debolezze una forza. Questo era il programma di Marchionne che d'altra parte fu onesto nell'ammettere questa verità.Previde anche - e lo disse - che la Fiat avrebbe scorporato la produzione automobilistica dal resto del gruppo costituendo una nuova società, cosa che è avvenuta secondo le previsioni. Da allora non ci sono state svolte nuove: Marchionne aveva già dichiarato
che lui operava in una nuova era di economia globalizzata; usò anche l'immagine "dopo Cristo" orami diventata famosa.Di nuovo c'è stata la traduzione nei fatti di questo programma, a Pomigliano, a Termini Imerese, a Melfi e in parte a Mirafiori. Il referendum a Pomigliano, la nuova società diventata proprietaria di quello stabilimento, la resistenza della Fiom-Cgil, lo sciopero di Melfi, i tre licenziati, il ricorso al Tar e il loro reintegro, la decisione della Fiat di non riammetterli al lavoro in attesa del secondo grado di giudizio, l'intervento del presidente Napolitano e il suo auspicio di superare l'incidente con spirito di equità in attesa della sentenza definitiva. Infine il Marchionne di Rimini . A Rimini l'amministratore delegato della Fiat ha esposto con la massima chiarezza alcuni suoi "mantra".
1. L'economia globalizzata impone che l'aumento di produttività nei paesi opulenti sia molto più elevato di quanto negli ultimi trent'anni non sia avvenuto, per tenere il passo con quanto avviene nei paesi emergenti e non perdere altro terreno nei loro confronti.
2. La lotta di classe è finita perché non ci sono più classi.
3. La domanda di automobili in Occidente è molto diminuita ed è tuttora in calo, perciò bisogna concentrare la produzione in un numero limitato di imprese, riducendo il numero delle unità prodotte e aumentando la competitività.
4. I lavoratori debbono accettare nuove regole sulla flessibilità negli orari, sul ricorso allo sciopero, sulla struttura del salario e dei contratti.
5. La giurisdizione del lavoro dovrà, di conseguenza, essere aggiornata.
6. Forme di partecipazione dei lavoratori ai profitti derivanti dall'aumento della produttività sono auspicabili e vanno incentivate.
7. Le parti sociali debbono premere sui governi per ottenere nuovi tipi di "welfare" appropriati alle nuove regole.Alcuni di questi principi sono ragionevoli e meritano di essere discussi. Altri hanno un'ispirazione profondamente reazionaria. Inoltre in questo ragionamento colpiscono alcune omissioni, la più vistosa delle quali riguarda le diseguaglianze retributive che hanno raggiunto livelli inaccettabili. Marchionne può dire che questi problemi non riguardano il suo "campo di gioco" ma negherebbe con ciò l'evidenza: ogni persona e quindi ogni lavoratore vive in un contesto sociale che non può essere parcellizzato, è un contesto globale ed implica in prima fila il tema dei diritti e dei doveri.
Bisogna riconoscere - e per quanto mi riguarda l'ho scritto più volte - che l'economia globale comporta un trasferimento di benessere dall'area opulenta all'area emergente e povera. Si potrà gradualizzare entro certi limiti questo processo, ma è del tutto inutile cercare di arrestarlo. Il trasferimento può avvenire in vari modi. Uno di essi è l'immigrazione dall'area povera all'area opulenta, un altro è la de-localizzazione della produzione e del capitale in senso contrario, un altro ancora consiste nella ricerca di analoghi trasferimenti di benessere sociale all'interno dell'area opulenta tra ceti ricchi e ceti poveri, accompagnati da ritmi di produttività più intensi nelle aree povere affinché la loro dinamica sociale accorci le distanze con le aree ricche.Siamo cioè - e non certo per libera scelta - di fronte ad un gigantesco riassetto sociale di dimensioni planetarie, nel corso del quale bisognerà tenere ben ferma la barra sui due diritti fondamentali: la libertà e l'eguaglianza. Il riassetto sociale è infatti di tali proporzioni da mettere a rischio quei due diritti. Può cioè dar luogo a forme di governo autoritarie nell'illusione che solo in quel modo sia possibile governare i processi sociali; e può anche dar luogo a discriminazioni inaccettabili sul piano dell'eguaglianza. Purtroppo in Italia si rischia di caricare gli oneri del riassetto sociale sulle categorie più deboli e di ferire in tal modo sia l'eguaglianza sia la libertà.
Nel corso del meeting di Rimini, il giorno prima di Marchionne aveva parlato Giulio Tremonti. Un discorso ampio, di economia, di finanza e di politica. L'intervento di Tremonti è stato ampiamente riferito dai giornali e non ci tornerò sopra, ma c'è un punto che qui m'interessa cogliere: quando il ministro dell'Economia ha parlato di austerità ricordando che in anni ormai lontani quel concetto fu patrocinato da Enrico Berlinguer che propose di farne il cardine d'una nuova politica economica. È vero, Berlinguer vide con trent'anni di anticipo il grande riassetto sociale che stava arrivando, ne colse alcune implicazioni che riguardavano la politica e le istituzioni, decise di orientare in modo nuovo la politica del suo partito affinché si ponesse alla guida di quel riassetto.Non fu soltanto Berlinguer a imboccare quella strada. Nel Pci a favore d'una politica di austerità si schierò Giorgio Amendola, nel sindacato Luciano Lama, negli altri partiti Ugo La Malfa, Riccardo Lombardi, Antonio Giolitti, Gino Giugni e Giorgio Ruffolo, Bruno Visentini. Nella Dc, Ezio Vanoni e Pasquale Saraceno. Insomma la sinistra di governo e la sinistra di opposizione. Il richiamo di Tremonti è stato dunque molto opportuno: la sinistra, quella sinistra, aveva capito in anticipo i tempi e le crisi che si addensavano e ne vide le conseguenze sulla società italiana.Tremonti però non ha reso esplicito il significato di quella posizione. Berlinguer voleva che fosse la sinistra a guidare il riassetto sociale incombente, per garantire che non fossero solo i ceti più deboli a pagarne il costo. Questo aspetto del problema è stato oscurato dal nostro ministro dell'Economia ed è invece l'aspetto fondamentale. Se si deve attuare una vasta modernizzazione istituzionale e un trasferimento di benessere sociale dalle economie opulente verso quelle emergenti; se un così gigantesco riassetto non può essere disgiunto da un riassetto analogo all'interno delle aree opulente; è evidente che i più deboli debbono partecipare in primissima fila a questa operazione. I ceti medi e medio-bassi non possono essere oggetto del riassetto sociale senza esserne al tempo stesso il principale soggetto.Questo è il punto che manca all'analisi di Tremonti e che Marchionne ha vistosamente omesso come l'ha omesso la Marcegaglia. L'intero meeting di Rimini su questo punto ha taciuto: omissione tanto più vistosa in quanto avvenuta in una occasione promossa da una delle principali Comunità cattoliche, con tanto di benedizione papale e presenze cardinalizie. Né è accettabile che una così plateale omissione sia giustificata con l'argomento che l'aspetto politico non riguarda gli operatori economici e gli imprenditori.Grave errore: l'economia politica ha come tema centrale proprio quello dell'etica, cioè dei diritti e dei doveri, della felicità e dell'infelicità, della giustizia e del privilegio. Una Comunità cattolica dovrebbe mettere al centro delle sue riflessioni questo tema e porlo ai suoi ospiti. Se non lo fa, diventa una lobby come in effetti Cl è da tempo diventata.

mercoledì 18 agosto 2010

Niente casa, niente lavoro. Si fa presto a dire trent’anni

Si fa presto a dire “trent’anni” vissuti in un paese di stragi, e stragisti. In una nazione che ha lenìto, solo con funerali e giornalisti e sindacalisti, il dolore delle vittime. Col collega che ci ha lasciato sua figlia, sul primo binario, e dava di matto, all’epoca. Coi magistrati da soli, in prima linea. Si fa presto a dire trent’anni con una sottile paura che ti assale ogni volta che prendi un treno diretto verso l’Appennino, con l’ossessiva cura di evitare la sala d’aspetto, e di acquistare un giornale da leggere, nel viaggio, per non pensarci su troppo. Si fa presto a dire che lavori, trent’anni, in una Azienda in cui trovi dimenticate nelle fotocopiatrice una copia del manuale di adesione al venerando massone, e ti vedi sopra girare con vorticosa confusione capi e capetti, ristrutturazioni di luoghi e funzioni, in una logica che a tutto risponde fuorché al benessere del cliente, e del lavoro. Senza una logica apparente, se non che intanto il fisco ci incassa di meno, dato che l’Azienda si ristruttura senza fine. Si fa presto a dire che oggi i ragazzi non hanno futuro. Se studiano vanno all’estero, sennò restano a vita coi genitori, senza lavoro, mentre noi l’avevamo. Sì, ma quale lavoro? Alice vedeva i compagni di scuola proseguire gli studi con le borse di studio date ai figli dei liberi professionisti, che dichiaravano redditi inferiori a quelli dei suoi genitori, dipendenti. Non lo sapeva nessuno, trent’anni fa? oppure era un modo, anche quello, di favorire, ieri come oggi, i figli di certe classi sociali? Si fa presto a dire trent’anni, vissuti in un paese dove trovare la casa è impossibile, se non ipotecandoti la vita per trent'anni, per poi vedere che invece le case le fanno, e mangiano i prati attorno, ogni anno centinaia di ettari, e ne restano vuote migliaia, già fatte, perché nessuno ha voglia di metterci mano. Per trent'anni. Alice aveva due genitori, coi quali doveva spesso correre al pronto soccorso - erano vecchi e malati - e ogni volta ci restava otto ore, in fila, paziente, circondata da lamenti e anche sangue, come nei thriller del terzo mondo, per poi sentirsi dire che sì, il posto c’era, ma non nella clinica specialistica , bensì in geriatria, o in medicina generale, dove ogni volta vedeva ragazzini laureandi che non sapevano dove mettere le mani. E lei doveva ogni volta istruirli, anamnesi e allergie, perché la scheda clinica del paziente veniva ogni volta buttata. Oppure la banca dati era diversa, da un ospedale a quell’altro, e nessuno sapeva nulla dell’altro. Eppure era anche contenta, perché nel suo paese, molto spesso, andava anche peggio. Molto peggio. Per trent’anni Alice ha vissuto in un luogo dove hanno deciso che Privato era meglio che Pubblico, e invece di controllare gli appalti, come un privato farebbe per prima cosa, si son cominciati a contare i minuti che occorrono per fare la Tac, oppure l’eco, o anche le visite, perché bisognava produrre ricchezza. Anche nella salute occorre evitare gli sprechi, e la cura dei vecchi è uno spreco, rende poco, anzi, non rende. Nel paese di Alice ci vogliono mesi per ottenere una licenza, di qualsiasi genere, ma occorrono minuti per venir derubati sull’autobus, se solo non tieni in bocca la borsa. Ci vogliono settimane per avere la cartella clinica, ma le esose bollette le paghi ormai ovunque e se tardi un bimestre ti tagliano luce gas acqua. Se hai bisogno di iscrivere tuo figlio ad una scuola a tempo lungo, ti iscrivi sei mesi prima: ma quando lui ci arriva, basta una settimana a sapere che i soldi per la carta igienica non ci sono, e li devi sborsare anche subito. Se invece decidi di fare un figlio, e per caso non nasce nei tempi normali, devi anche pagare per andare all’estero, sborsare milioni, perché nel paese di Alice la vita vien governata solo al momento di nascere, mai dopo. Dopo si può andare in guerra - da volontari, ovvio, e la disoccupazione che picchia costituisce un buon terreno, per aver volontari -; dopo si può esporli all’uranio impoverito, si può lasciarli morire sulle strade il sabato sera, si può farli morire in fonderia, oppure sui tetti, persino per droga, ignoranti, incolti, e facili prede di spacciatori affamati, li lasciamo morire così... in questo Paese. Ogni tanto abbiamo un sussulto, ci guardiamo attorno e li vediamo imbambolati, ai lati delle strade di grandi città, con in mano una birra, alle dieci di mattina, e ci chiediamo: chi sono? Alice, nel suo paese, dopo trent’anni, sente fastidio: ha fatto scioperi, partecipato alle lotte, volontariato, ha urlato, nelle corsie d’ospedale, ha stretto i denti, ha fatto debiti lunghi per avere il suo tetto, ha combattuto trent’anni per avere una qualità migliore. Ma sente fastidio, oggi sente fastidio. Farà la sua parte, ancora, e di nuovo, ma non riesce più ad ascoltare chi finora l’ha fatta vivere così. Le viene la rogna, a sentire certi paroloni: secessione, presidenzialismo, de-localizzazione, tangentopoli, piduisti, pidiellisti, falchi, padanie, appaltopoli, grilli di qua e valori di là, deflazioni, speculazioni, inflazioni, globalizzazioni, sub-prime e finanziarizzazione. Le viene la rogna, a sentire questi tiggì che parlano solo degli altri, di quelli che, eletti al governo, fanno finta, finta di tutto. Fanno finta che lei non esista: qui sta il punto vero. Nel suo paese è successo di tutto, in trent’anni. È mancata solo una cosa: la dignità del vivere, del costruire qualcosa in tempi ragionevoli, dell’incontrare risposte decenti ai bisogni, dell’alzarsi al mattino senza il pensiero: quale casino-ostacolo-problema-insulto dovrò superare quest’oggi?

domenica 20 giugno 2010

Chi è più bravo a sputare sui morti?

Da L’Unità online: Nemici - Il blog a cura di Giovanni Maria Bellu
Feltri, che sputa sui morti
Picasso diceva che imitare gli altri è inevitabile, mentre a imitare se stessi si provocano disastri. Non conosceva Vittorio Feltri che ha fatto dell'imitazione di se stesso una fonte di reddito. L'ultima imitazione è di ieri mattina: sulla prima pagina del Giornale un enorme titolo - "Israele ha fatto bene a sparare" - e un editoriale che andrebbe letto nelle scuole di giornalismo per spiegare agli studenti come non si deve fare mai. Portare una maschera presenta parecchi vantaggi. Il più grande di tutti è che ti senti autorizzato a mettere la maschera anche al prossimo e così risparmi la fatica di ragionare sul mondo e sulla sua complessità… Se hai la maschera di Vittorio Feltri e t'imbatti in un cadavere non devi far altro che sputarci sopra.Sono anni che Vittorio Feltri lo fa. È "il giornalista feroce" e gode di una sorta di licenza. Può distruggere la reputazione di un uomo e poi, come se nulla fosse, scusarsi e andare va avanti. Ha potuto - con la collaborazione di Renato Farina, il famoso "agente betulla" - definire il collega Enzo Baldoni, ucciso in Iraq, un "pirlacchione spericolato". Ieri ha sputato sui pacifisti: «Il minimo che potevano aspettarsi quelli della Freedom Flotilla era una raffica di mitra»…Anche sulla Freedom Flotilla c'era qualcuno di quei "pirlacchioni" che rischiano la vita in cambio di quanto Feltri guadagna in mezza giornata. Ma, soprattutto mai si era vista una così candida e spudorata dichiarazione di faziosità. La stessa stampa israeliana chiede chiarezza sui fatti. Perché prima di giudicare è indispensabile sapere. Per tutti. Ma non per Vittorio Feltri, il giornalista che sputa sui morti.

L'Osservatore Romano contro Jose' Saramago: 'Ideologo antireligioso', criticava 'le crociate ma non i gulag'. Il quotidiano vaticano ricorda che il poeta portoghese scomparso ieri aveva scelto 'lucidamente' di autocollocarsi 'dalla parte della zizzania nell'evangelico campo di grano' e 'si dichiarava insonne al solo pensiero delle crociate, o dell'inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle 'purghe', dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi'.

Senza entrare nel merito : da 1 a 10 chi è più bravo a sputare sui morti?
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domenica 23 maggio 2010

Mourinho non è un pirla . Ma chi può dire altrettanto?

Antefatto : Bersani Pierluigi durante l’assemblea del Partito Democratico enuncia:
“Ci sono insegnanti che vanno nei quartieri periferici delle grandi città, nei piccoli comuni, nei luoghi in cui si annida il degrado ed è più forte la dispersione scolastica. Si tratta di insegnanti che seguono uno ad uno i ragazzi, facendo enormi sacrifici. Questi, per noi, sono degli eroi dei tempi moderni. Io sono per fare uscire da questa Assemblea una figura eroica: quella degli insegnanti che sono a inseguire i disagi sociali mentre la Gelmini gli rompe i coglioni” .
Praticamente da sottoscrivere lettera per lettera o alla peggio, se si è dalla parte avversa stare zitti .
Invece no! Delle macerie del centrodestra si alza flebile una vocina . Chiederà a Bertolaso di soccorrerlo?
Chiederà una mazzetta per la ricostruzione a qualche palazzinaro?
Chiederà alla Guzzanti di non girare un film?
Niente di tutto questo !
Pretende le scuse da Bersani ! Capito le scuse !
Ma dove cazzo erano questi nostri dipendenti (come li definirebbe il fratone a 5 stelle) quando il loro capo dava dei “coglioni” a tutti quelli che non lo votavano?
Eppure , senza essere filologi esiste una differenza sostanziale tra l’affermare che : Tu sei un coglione “ e dire che : “ Tu rompi i coglioni” .
Evidentemente dalle parti di ciò che rimane del centrodestra queste distinzioni lessicali sono talmente sottili che proprio non si riesce a coglierle o forse l’occasione per una comparsata sui giornali della domenica è stata troppo forte per resistere e mantenere un dignitoso silenzio.
Si consolino questi personaggi , oggi la loro sparata non se la incula proprio nessuno .
Tutti troppo impegnati a celebrare il Moratti , il Tronchetti e il Mourinho che davvero adesso può ribadire che ,come già affermato in passato,: “io non sono un pirla!”
C
hissa se dopo questa vicenda anche altri possono dire altrettanto !

P.S. Affinchè le cose siano chiare precisiamo che siamo bianconeri fino alla radice dei capelli … nonostante ciò …

domenica 9 maggio 2010

Rocco Siffredi Segretario del PD

Veltroni attacca Bersani
Bondi non andrà a Cannes perché c’è il film della Guzzanti
Una buona notizia e una cattiva. In attesa di un paese dove le notizie siano solo buone accontentiamoci di commentare quello che passa il convento. La buona notizia , naturalmente, è quella che Bondi non andrà a Cannes.
Perché sia una notizia positiva in ogni senso è facile comprenderlo. Infatti , se un Ministro della Repubblica ha paura di presenziare ad uno dei concorsi cinematografici più importanti , esclusivamente , perché un Comico ( con la C maiuscola) presenta un film sgradito al datore di lavoro del Ministro è una notizia importante . La paura della realtà , la vergogna (si spera) sempre della verità , l’imbarazzo di dover ammettere che quello che i media ,assoggettati al premier , hanno tentato di trasferire al paese , non è la realtà , fanno si che un Ministro della Repubblica stia a casa sua e quindi a rappresentare il paese rimanga il Comico. Tutto questo è un bene per il paese . Magari Moody’s ci darà un punticino in più in termini di credibilità .
E poi vogliamo dirlo ? Scoprire che davanti all’innocenza di chi grida che” il re è nudo” un cortigiano si inalbera... dà sempre una bella soddisfazione. “...che sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re , fa male al ricco e al cardinale , diventan tristi se noi piangiam…” lo canta da svariati decenni Dario Fo e come sempre, nella sua genialità, ha precorso i tempi .
Cosa abbastanza facile in un momento storico in cui il servilismo è la norma e la lettura del libretto di istruzioni per il cervello , che la natura, generosamente ci ha fornito , non viene messa in pratica in maniera trasversale.
Quest’ultima considerazione ci permette di agganciare la seconda notizia , ovvero quella cattiva.
Veltroni attacca Bersani.
Basta ragazzi , quante volte abbiamo detto che ci avete rotto il cazzo ?
Perché dovete obbligarci ad essere noiosi !
Non basta la disgraziata prospettiva che se domattina, per i cazzi che si stanno assommando tra di loro , dovesse cadere il governo noi non siamo in grado di proporre un’alternativa che sia minimamente spendibile? Non basta ? No che non basta! Occorre romperci i coglioni quotidianamente con i vari personaggini che vogliono dimostrare di averlo un centimetro più lungo dell’altro…
Decidiamoci , se questo è il problema chiediamo a Rocco Siffredi di fare il segretario del PD !.
Scherzi a parte: ma la vogliamo finire una volta per tutte?
Veltroni , hai avuto modo di guidare il partito e abbiamo visto i risultati. Ciononostante riconosciamo la tua onestà intellettuale , le tue capacità (sempre intellettuali) ma adesso non ci scassare la minchia per ragioni che, magari tu consideri importanti , ma che nessuno di noi, poveri mortali, comprende.
Smettiamola ! Ormai lo avrete già capito come funziona qui da noi. Ossia : se Fini e Berlusconi si mandano beatamente “affanculo” in diretta e a reti unificate ,per i media è dialettica interna , mentre se , a uno qualunque del PD scappa una scoreggia, questa viene venduta come un sinonimo di scissione . Abbiamo l’esempio di questa settimana. D’Alema manda a farsi fottere un provocatore di merda ? Tutti a tirare su D’Alema . Diciamolo chiaramente, D’Alema è quello che tutti conosciamo , ma chi, nella sua posizione e in quel frangente non avrebbe fatto altrettanto? Per inciso mandare a “ farsi fottere” il vice direttore del Giornale di proprietà del presdelcons è una dei pochi atti condivisibili della "Volpe del Tavoliere" negli ultimi anni .
Detto questo , facciamola finita per favore ! Chi sul territorio lavora per arginare l’ondata di merda che giornalmente sindaci leghisti e/o del PdL , presidenti di provincia leghisti e/o del Pdl e governatori di regione sempre leghisti e/o del Pdl , rovesciano loro contro , non ne può più di vedere i loro referenti nazionali giocare ai “galli di Renzo “ che seguitavano a beccarsi inconsapevoli della fine comune nella pentola dell’avvocato Azzeccagarbugli.

sabato 24 aprile 2010

Grazie Paolo ...

Quando abbiamo aperto questo blog ci siamo presi un impegno personale : quello di "non commentare i commenti ". Oggi infrangiamo questa regola e , a Paolo e a tutti quelli che la pensano come lui, dedichiamo questo link: http://www.youtube.com/watch?v=55yCQOioTyY
Ciao Paolo un abbraccio grande a te e a tutti quelli che non considerano il 25 Aprile una festa come tante .

Festa di Liberazione, festa di tutti



Non piangetemi,non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea. (parole scritte con la punta di uno spillo, sulla copertina di una Bibbia, ritrovata nei pressi del luogo dove fu fucilato)
Guglielmo Jervis (ingegnere di 42 anni)
Mia adorata Pally, sono gli ultimi istanti della mia vita. Pally adorata ti dico a te saluta e bacia tutti quelli che mi ricorderanno. Credimi non ho mai fatto nessuna cosa che potesse offendere il nostro nome. Ho sentito il richiamo della Patria per la quale ho combattuto, ora sono qui... fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile affinché la libertà trionfasse.Baci e baci dal tuo e vostro PaggettoIrma.P.s. Vorrei essere seppellita a Sestola.
Eccole, le ultime parole di uomini e donne che morirono durante la resistenza. Giovani italiani che combatterono perché l’Italia potesse tornare libera, combatterono non solo per il proprio destino, ma anche per quello del loro Paese. Un sacrificio che oggi dobbiamo ricordare, più che mai. A loro dobbiamo la nascita delle nostre istituzioni democratiche.Occorre ricordarlo al sindaco di Montichiari che nei giorni scorsi ha rifiutato la disponibilità di una piazza del comune per celebrare il 25 Aprile al Partito Democratico, diritto sancito dalla nostra Costituzione. Il sindaco di Mogliano Veneto, invece, aveva posto il divieto alla banda comunale di suonare “Bella Ciao”, in occasione delle celebrazioni per la Liberazione, consigliando, invece, l'inno al Piave. Protesta l'Anpi, ricordando che “Bella Ciao” è una "canzone di tutti". La decisione è stata quindi revocata e derubricata a “fraintendimento”, dopo le polemiche scatenatesi. Dietro a questi gesti c’è una chiara intenzione di cancellare e oscurale una memoria che deve essere, invece, considerata patrimonio comune di tutto il nostro paese. Valori che stanno alla base della nostra Carta Costituzionale.
Un valore, che sembra essere, per fortuna, ancora presente in molti ragazzi, visto che nel 2009 l’Anpi ha raggiunto i 110.000 iscritti, un boom dovuto ad una massiccia iscrizione di ragazzi sotto i 30 anni, convinti di poter contribuire alla stessa causa di chi allora scelse di combattere per riportare in Italia democrazia e libertà. Oggi a fronte di un 10% di iscritti over 80 c’è un 10% di iscritti tra i 18 e i 35 anni, una rivoluzione anagrafica resa possibile dal nuovo statuto che dal 2006 ha aperto le porte dell'Anpi a chiunque dichiari e sottoscriva di essere "antifascista". Una modifica dello statuto attuata perché, spiega Silvano Sarti, 84enne protagonista della Resistenza fiorentina e presidente dell'Anpi di Firenze: "Noi abbiamo combattuto per valori che tutti gli uomini hanno dentro, e che spetta a tutti difendere, in qualunque epoca, chi si associa all'Anpi, semplicemente ama la Costituzione e vuole difenderla. E chi deve scendere per primo in piazza se non dei giovani con le gambe buone?”

sabato 27 marzo 2010

ascolta guarda e pensaci : Questo è il tuo paese!

http://www.youtube.com/watch?v=RTpwad5KXXY

Ricordati!!!

Quando qualcuno ti dirà che sei mosso dall'odio replica con le parole di Quintiliano : "Odiare i mascalzoni è cosa nobile" ce lo ricorda Aristofane: " ...ingiuriare i mascalzoniè cosa nobile ... a ben vedere significa onorare gli onesti".
Daniele Luttazzi

Due bei calci nel culo (part.2)

RICORDATI
CHE SE NON
VAI A VOTARE
CONTRO IL
CENTRODESTRA
SEI DAVVERO
UN GRANDISSIMO
COGLIONE.

sabato 20 marzo 2010

Due bei calci nel culo !

Domenica e lunedì prossimi (scemo capelluto permettendo) si voterà quasi ovunque. Le liste sono state accolte tutte, anche quelle che non si dovevano accogliere . La democrazia che rischiava di morire ( "...dal ridere!" come dice Ellekappa ) è salva . Resta un piccolo problema . Tutto il troiaio che hanno combinato i vari Milioni sparsi per la penisola rischia seriamente far perdere un bel gruzzoletto di cosiddetti “voti d’opinione” al partito del fare casino, del fare i cazzi suoi e via elencando passando per quanto di più incivile possiamo immaginare.
E allora cosa occorre in una situazione come questa ?
Un paese normale ( con un opposizione altrettanto normale) saprebbe da solo come regolarsi . E invece siamo qua con la nostra tastierina a lanciare l’ennesimo appello al voto, a tutti i costi e costi quel che costi, a un pseudocentrosinistra ed a una pseudosinistra che , dopo il sussulto di orgoglio di sabato scorso, rischia di perdersi via e gettare alle ortiche l’ennesima occasione per dare due bei calci nel culo (metaforici e democratici) ai vari magnaccioni di regime.
Tira purtroppo un’aria (speriamo di sbagliarci) del tipo : " Visto che bella manifestazione che abbiamo fatto? Visto come gliele abbiamo cantate ? Visto come siamo stati bravi a non prenderci a sputi in faccia per tutto il tempo della manifestazione ? "
E poi …? cantava Giorgia .
E poi , aggiungiamo noi ,bisogna che ognuno faccia tutto per portare la gente ai seggi! Cazzo !
Bisogna che per una settimana si lascino da parte le minchiate che hanno portato un pezzo di sinistra a non essere più nemmeno presente in parlamento e l’altra parte ad esserci ma contando come il due di picche.
Abbiamo un sogno che non è irrealizzabile , vedere gli spazi elettorali riservati all’opposizione di ogni città, di ogni paese , di ogni villaggio con un unico manifesto ,senza faccioni ma con i simboli di tutti quelli che non vogliono più vedere i magnaccioni di cui sopra e con la scritta che : SE NON VAI VOTARE SEI DAVVERO UN COGLIONE e qualcuno potrà aggiungere , questa volta con una buona dose di ragione, che : “…io te lo avevo detto già qualche anno fa ! ”

domenica 14 marzo 2010

«Ad personam», poesia per il paese recidivo

«Fatta la legge, trovato l’inganno»,
se la sudavano i volponi di una volta.
Acqua passata, arrugginita.
Adesso gli inganni si fanno per legge,
nell’immediato,di figlio in padre,
retroattivi come ulivi secolari come sbarchi coloniali.
Qui si smacchiano impuniti mai pentiti, consorziati.
Si rivoltano frittate in Parlamento.
Si riscrivono carte che soddisfano oroscopi top secret.
E noi cosa diremo ai nostri figli, ai figli loro, all’Europa che sghignazza?
Sì, siamo un Paese in lutto.
Morale e futuro in braghe di tela,
sagome da tirassegno prese a fucilate,
ma ci solleveremo entro l’estate.
C’è un posto da bagnino un corso di latino?
Prove di salvataggio a fine maggio.
Faremo come fecero i Romani, ultimi testimoni.
In tempi di corruzione saldarono un ritornello alla canzone di certe leggi.
Al lupo al lupo, come Lucio Dalla.
Ad personam ad personam,
eco più eco allarme acceso.
Da quando il cielo è in cielo,
ad regge l’accusativo.
Non è un caso.
Saldato a certe leggi,
ad è un pubblico ufficiale un timbro sul verbale un fondo di giornale.
Dal tempo dei Romani e dei Sumeri dal ferro della notte e dei misteri,
da quando il cielo è in cielo,
la forza di gravità del suono
ad più accusativo è avviso di reato
un urlo prenotato
un tuffo sequestrato
un graffio sul costato
un indice puntato sui trafficanti di immunità alla mercé del capataz.
E noi cosa diremo ai nostri figli,
ai figli loro,
all’Europa che sghignazza?
Non siamo noi la Protezione Civile.
Non volevamo,
non sapevamo di fare i pali del colpo grosso.
Su un piatto l’elemosina, sull’altro le elezioni.
Per la speranza, rinvio a giudizio.
Un po’ per uno?
Uno su tutti!
Scudo o tenaglia?
Giochiamo a morra.
Siamo un Paese appeso a un filo,
recidivo nel farsi sgozzare dal suo non dire.
Siamo un Paese senza tetto per legge,
in un mare di schegge.
Siamo vittime civili dei botti illegali.
Ci giochiamo l’utopia,
il lato scorrevole l’aspetto maneggevole,
ci giochiamo in poche mosse l’altra riva della rima,
la parola col vento in gola,
democrazia, stazione marittima, democrazia,
spreco di Stato,
pane bruciato porto insabbiato volo ammainato.
Questo è il peccato. E i peccatori? S
ono alla nostra destra più di ieri.


13 marzo 2010 da : http://www.unita.it/news/culture/96159/ad_personam_poesia_per_il_paese_recidivo

VOGLIA DI DEMOCRAZIA

“Vedere così tante persone, uomini, donne, bambini che sfilano in modo sereno e gioioso ma con una idea chiara in testa " voglia di Democrazia" mi dà una grande forza interiore e soprattutto una grande voglia di votare Centro-Sinistra!!!!! Grazie di cuore per il vostro impegno verso il Paese”.
copiato spudoratamente da :Gabriele Fantini

sabato 6 marzo 2010

Possiamo dire con un linguaggio àulico che CI AVETE PROPRIO ROTTO I COGLIONI ?

Possiamo dire che la porcata delle liste è la goccia che rischia di far traboccare il vaso?
Che non ne possiamo più di magnaccioni schifosi che si fanno i cazzi propri sicuri che tanto un de-cretino metterà una pezza alle loro sconcezze ?
Che non si è mai visto un paese dove lo spregio delle leggi e delle regole è divenuto ormai la prassi consolidata ?
Tra gente che ride con i morti ancora caldi sotto le macerie , magistrati massacrati giornalmente solo perché tentano di fare il loro mestiere , una giustizia che è costretta a pendere dalle labbra da un qualunque legulèio solo perché amico del caudillo, centinaia di migliaia di persone che non sanno più dove picchiare la testa per la perdita del posto di lavoro, imprenditori costretti a chiudere perché a nessuno gli fotte niente del loro lavoro e di quello dei loro dipendenti , in questo quadro devastante è mai possibile che nessuno abbia il coraggio di dire adesso basta!
Fuori dai coglioni tutta questa banda di pezzenti arricchiti alle nostre spalle, parassiti arroganti che hanno ancora la faccia di merda di presentarsi in televisione a parlare di “vulnus” alla democrazia solo quando corrono il rischio di perdere un pezzettino del loro potere dimenticandosi che la vera sciagura per la democrazia sono proprio loro . Loro con le loro mignotte , le loro soubrette trasformate in ministri, tutta la pletora di mangiapane a tradimento che si portano intorno allungandogli un appalto qua è là come se fossero una muta di cani ai quali, per tenerli buoni, si allunga un osso da spolpare, e chiediamo umilmente scusa ai cani per il paragone con questi schifosi.
Cosa dobbiamo ancora vedere in questo paese , dopo il premio dello scudo agli evasori e la beffa per tutti noi coglioni che pagano le tasse anche sullo yacht del porco di turno che ci porta le veline e la coca. Cosa dobbiamo ancora vedere dopo le decine di processi mancati o caduti in prescrizioni con norme ad hoc che vengono spacciati per assoluzioni da direttori di Tg che in quanto pagati con i nostri soldi sono nostri dipendenti. Pedate nel culo altro che abbonamento alla Rai ! Questa Rai di merda che un mese prima delle elezioni taglia ogni trasmissione decente perché altrimenti si rischia di far uscire dal coma indotto qualche cittadino il quale potrebbe anche capire che razza di fogna è diventato questo paese.
Cosa ci devono ancora fare perché si arrivi a dire BASTA ?
Andiamo in piazza , piuttosto che niente anche se c’è Di Pietro. Torniamo a votare anche se avevamo perso l’abitudine. Spegniamo la TV ogni volta che appare un grassatore in cravatta regimental . Parliamo con quante più persone possiamo e spieghiamogli che questo paese l’hanno fatto i nostri nonni e i nostri padri e nessuno può pensare di farlo diventare suo perché dobbiamo riconsegnarlo ai nostri figli meglio di come l’abbiamo ricevuto. Usiamo i blog , usiamo Facebook , usiamo Twitter, scriviamo alle caselle di posta elettronica di Camera e Senato e a quelle personali di chiunque a vario titolo pretende di rappresentarci. Facciamo di tutto per non meritarci davvero l’epiteto che un certo individuo ci ha riservato qualche anno fa ovvero: COGLIONI
!

sabato 20 febbraio 2010

Una "ripassata" anche alla sintassi elementare

Scriva l'alunno Bertolaso Guido in quale altra forma lessicale esporrebbe la seguente frase:

FIGURA DI MMMERDA!

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/19/foto/polemica_bersani_bertolaso-2361715/1/

venerdì 5 febbraio 2010

Chi se la sente di commentare?

NOTIZIA 1
Abusi sessuali sugli studenti, pressioni per sedute di masturbazione, stupri segreti nei sotterranei degli istituti. Per anni, forse per decenni, alcune delle più prestigiose scuole superiori private cattoliche in Germania sono state il luogo dell'orrore, la stanza chiusa in cui forti della loro autorità sacerdoti, insegnanti, organisti hanno distrutto l'animo degli adolescenti che avevano il compito di istruire… Il caso appare ogni giorno più grave, evoca quasi gli abusi sessuali compiuti dai religiosi negli Usa, in Irlanda o in altri paesi.
NOTIZIA 2
Niente comunione ai "gay conclamati", perché "l'omosessualità è un disordine" e i precetti della Chiesa non devono essere contraddetti. Per monsignor Simone Scatizzi, vescovo emerito di Pistoia, i preti dovrebbero rifiutarsi di somministrare la comunione ai gay.
NOTIZIA 3
Il vescovo emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini, era stato ancora più esplicito, arrivando anche a chiamare in causa il governatore della Puglia, Nichi Vendola: "La pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola".
NOTIZIA 4
Il vescovo emerito di Lucera-Troia, monsignor Francesco Zerrillo, sembra andare oltre"Se davanti a me, specie in un centro piccolo in cui tutti sanno tutto di tutto, il dare la comunione ad una persona del genere può causare scandalo é quindi meglio non darla . Sarebbe saggio generalmente prevenire queste cose o al massimo amministrarla e poi dirgli amico non provarci più, per scongiurare uno scandalo ancora maggiore".
NOTIZIA 5
Aveva parlato invece di "pratica aberrante" il collega emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini: "Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza". Cosa dovrebbero fare i gay? "Pentirsi di questo orribile difetto", l'invito di Babini

sabato 23 gennaio 2010

Voltaire la sai l'ultima ? : ma và dà via al cü

Considerato che la notizia che commentiamo l’abbiamo ritrovata sull’edizione online del Giornale siamo consapevoli dell’eventualità che gran parte dei lettori possano già interrompere qui la lettura del post. Per quelli che, vuoi per masochismo , vuoi perché non hanno proprio un cazzo da fare intendono proseguire ecco qua il tutto.
A Padova , accanto all’Università , è comparso un cartello ove si affittano dei locali a chiunque purchè non sia leghista. Tralasciamo volentieri rutti e scoregge emessi a commento perché crediamo utile che chiunque voglia leggerli si debba quantomeno prendere anch’esso ( come abbiamo fatto noi) il rischio di vomitare anche il panettone mangiato a Natale visitando il sito e facciamo noi due considerazioni.
Ma perché mai dovrebbe fare notizia questo fatto in un paese di merda dove si tollerano e si pagano con i nostri denari parlamentari che propongono i posti riservati ai milanesi sui tram ?
Ma perché mai dovrebbe fare notizia questo fatto in un paese di merda dove giornalmente si oltraggiano e si denigrano tutti i simboli per cui, giovani e vecchi, si sono sacrificati per lasciarci un luogo dove qualunque individuo con il fazzolettino verde nel taschino possa ingrassare alle nostre spalle ?
Ma perché mai dovrebbe fare notizia questo fatto in un paese di merda dove si propone di usare i migranti come leprotti per il tiro a segno?
Ma perché mai dovrebbe fare notizia questo fatto in un paese di merda dove si condannano a morte centinaia di poveracci rei solo di cercare un luogo dove tentare sopravvivere alla fame , alla guerra o alla malattia .
Ma perché mai dovrebbe fare notizia questo fatto in un paese di merda dove ancora dove si pretende di schedare le etnie come facevano i macellai del terzo reich ?
Ma perché mai dovrebbe fare notizia questo fatto in un paese di merda dove si organizzano i “White Cristmas” cacciando chi non è bianco da un borgo dove anche noi “cittadini ariani” non abiteremmo nemmeno se ci pagassero ?
Perché dovrebbe fare notizia il fatto che finalmente qualcuno ha deciso che si è rotto i coglioni di considerare folkloristiche queste manifestazioni di demenza ?
Perché dovrebbe fare notizia il fatto che finalmente qualcuno si è stufato di porgere l’altra guancia quando gli stessi che predicano ciò sono i primi a sbattersene sonoramente le palle di quello che predicano?
Perché dovrebbe fare notizia il fatto che finalmente qualcuno si è stufato della demagogia e della convenzionalità insita nel celebre detto di Voltaire : “ Non la penso come te … ma darei la vita per farti dire quello che pensi…” e di conseguenza ha pensato bene di rendere pan per focaccia.
E allora viva l’anonimo che non affitta casa sua ai leghisti !
Perché decidere a chi affittare e a chi no i propri beni in fondo è un po’ essere “padroni in casa nostra” , come sbraitano proprio le camice verdi attraverso i loro manifesti .
Quindi che ne vengano avanti a vagoni di questi cartelli e al buon Voltaire , che apprezziamo ed amiamo per tante altre cose, per una volta un cordialissimo : ma va dà via al cü !

sabato 16 gennaio 2010

CRAXI

"Vogliono riabilitare Craxi per riabilitare se stessi"
Cosi' il premio Nobel Dario Fo commenta a "CNRmedia" le iniziative per ricordare il segretario del PSI a dieci anni dalla morte.

domenica 3 gennaio 2010

imbecilli e mignotte

"Stabilire che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla. La riforma della Costituzione non dovrà riguardare solo la seconda parte della Carta ma anche la prima. A partire dall’articolo 1"


Renato Brunetta, ministro, 2 gennaio 2010

Bene! Proponiamo che il nuovo articolo 1 della Costituzione preveda che imbecilli e mignotte non possano ricoprire incarichi ministeriali