giovedì 24 dicembre 2009

Un Natale all’insegna dei valori cristiani

"Posso confermare che i valori cristiani testimoniati dal Pontefice sono sempre presenti nell'azione del governo da me presieduto, che adotterà tutte le misure necessarie per garantire la serenità e la pace sociale".
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/politica/berlusconi-varie-4/lettera-papa/lettera-papa.html
E’ con queste belle parole di pace e di speranza per il futuro che facciamo i nostri migliori auguri :
A tutti i migranti che appena toccano il nostro suolo sono già imputati del reato di clandestinità.
A tutte le escort che si sono avvicendate sotto le coltri dei più svariati vari letti romani.
A tutti i Rom sfollati e additati a delinquenti “ a prescindere”.
A tutti i gay e le lesbiche costretti a tenere nascosti i loro sentimenti per non essere aggrediti e umiliati grazie al clima che si è costruito loro intorno.
A tutti i giornalisti che solo perché fanno il loro lavoro “senza legare l’asino dove dice il padrone” sono accusati di fomentare odio .
A tutte le veline che per le loro evidenti doti “intellettuali” sperano che il 2010 porti loro un posto da Ministro o almeno da sottosegretario.
A tutti i lavoratori cassintegrati e licenziati i quali si consolino sapendo che: la crisi un anno fa non c’era e adesso è alle spalle…
Agli evasori fiscali che grazie allo “scudo ” passeranno un Natale molto più grasso e felice … in culo a tutti noi che paghiamo le tasse anche per loro.
A tutti i Magistrati che pensano ancora che fare il loro lavoro onestamente significhi applicare il concetto per cui “la legge è uguale per tutti”.
A quel “comunista” di Napolitano e alla Signora di nome Rosy Bindi.
A tutti quelli che usano il web per dire la loro … almeno finchè potranno ancora farlo
E infine “the last but not the least” a tutti quei “coglioni” che “devono morire ammazzati” perché non votano il Popolo della Liberta (vigilata)

venerdì 11 dicembre 2009

Cancelliere metta a verbale !

Graviano smentisce Spatuzza e nega di aver mai conosciuto Dell'Utri.
Berlusconi: 'Siamo alle comiche'
Cancelliere: " metta a verbale che non ci crede neppure lui "

domenica 6 dicembre 2009

Pensare è rivoluzionario

Da un lato il governo che dice : abbiamo arrestato due boss proprio ieri e quindi siamo noi la vera antimafia.
Dall’altra Salvatore Borsellino che afferma: Lo ha messo lì la mafia
Resterebbe dunque da capire se le accuse di Spatuzza siano attendibili o meno.
Allora partiamo da un assunto ormai divenuto regola generale: Se arriva un avviso di garanzia o un’accusa al governo o a un suo sodale è giustizia ad orologeria .
Alla luce di questo paradigma perché non si può parlare digiustizia ad orologeria (ammesso che il paragone tenga … ) anche anche per la mafia?
Perché non si dovrebbe pensare che l’arresto di due latitanti (che tutti sapevano dove stavano) il giorno dopo l’accusa al leader di governo di collusione con la mafia sia anch’essa una forma di giustizia ad orologeria?
E ancora, perché non essere autorizzati a pensare che , come per ogni guerra per bande malavitose che si rispetti, il capo autorizza il “sacrificio ” di due anelli deboli della catena per salvare l’ onorabile (e eccessivamente onorato) culo di qualcuno che gli sta vicino?
E , sempre in una logica mafiosa, perché non essere autorizzati a pensare che proprio il capo davanti ad una rivoluzione generazionale non giochi tutte le sue ultime carte per mantenere il controllo della situazione ?
E ancora perché non essere autorizzati a pensare che questa sia una forma di mediazione per cui il capo molla in parte il suo potere in cambio del fatto che chi gli ha dichiarato guerra la smetta subito? Così come accade spesso nella vita , perché non pensare che chi ha avuto in mano il potere operativo fino ad ieri lasci questo ad altri “accontentandosi” di diventare una figura di spicco , ma senza poteri particolari come il PRESIDENTE di un’azienda o di un partito?
Perché non pensare ?
Perché dimenticare che , come diceva qualcuno: In tempi di omologazione anche il solo pensare è rivoluzionario ?

sabato 28 novembre 2009

I grandi quesiti esistenziali

Perché il deficiente che dagli spalti del comunale di Torino grida a Balotelli che “Un negro non può essere italiano” dev’essere sanzionato e bollato come razzista di merda ?
Semplice: perché è un razzista di merda!
E allora perché il sindaco che si inventa il White Christmas o peggio ancora, l’individuo che propone la cassa integrazione ridotta del 50% agli extracomunitari continua ad essere un parlamentare della Repubblica con uno stipendio di 14.000 euro (mal contati) al mese ?
Si attendono risposte serie (astenersi fascistelli e perditempo)

domenica 22 novembre 2009

La Lega non ti abbandona

Allora ricapitolando : Fini dice che chi afferma che gli stranieri sono diversi è uno stronzo .
A stretto giro di posta interviene Calderoli che , evidentemente , si è sentito chiamato in causa . Se per le sue note convinzioni circa gli stranieri o per via del termine “stronzo” lo lasciamo valutare a voi .Fatto sta che nel giro di qualche minuto il noto statista della Val Brembana ha rimandato un’arguta risposta del tipo : “ E’ altrettanto stronzo chi illude gli immigrati… E' infatti una stronzata illudere gli extracomunitari che il nostro è il Paese di 'Bengodi' e che c'è lavoro per tutti, visto che il lavoro manca in primo luogo ai nostri cittadini.
In mezzo a questo raffinato dibattito da veri e propri frequentatori dell’Accademia della Crusca non ci permetteremo certo di affrontare un’ analisi linguistica o filologica della terminologia bensì di porre l’accento sulle questioni merito. Ad esempio sul fatto che in Italia manchi il lavoro per i nostri concittadini. Ma vah! Vuoi vedere che anche il fenomeno bergamasco ha cominciato a capire come vanno le cose ? Non l’avremmo mai detto ! Dov’era , in quale azione semplificatrice della nostra vita era impegnato, quando il suo amico di Arcore , già un anno fa, ci raccontava in tutti i TG che la crisi non c’era . E dov’era il “semplificator cortese” quando qualche settimana fa, sempre il solito signore brianzolo, ci informava che “…la crisi è ormai alle spalle…
Eppure non è così difficile cogliere la contraddizione : come fa una un evento che non è mai accaduto ad essere ormai passato?
E’ una riflessione talmente semplice che, uno che ha ottenuto una laurea in medicina con specializzazione in chirurgia maxillo/facciale col voto di 110 e lode, potrebbe, o quantomeno dovrebbe, saper fare . Eppure non una parola sullo stato del paese per mesi , non una sillaba su cosa fare per rimediare al fatto che centinaia di migliaia di persone non sanno più dove sbattere a testa . Non una proposta concreta da lui e dai suoi amici padani su come ridare fiato ad un’industria che sta boccheggiando stretta tra le banche che non concedono più un credito e i mancati pagamenti dei creditori. Non una parola sui milioni di ragazzi senza lavoro e con futuro che si chiama “precarietà” . Uno stato letargico totale dal quale l’unico modo per ridestarlo dal torpore sembra essere l’utilizzo della parola “straniero” … o forse della parola “stronzo”
Ecco dunque l’urlo di battaglia del guerriero celtico che arriva puntuale ! Ma quali stranieri! Casso! Noi siamo quelli del “padroni a casa nostra! ” . ( avrà notato l’avveduto lettore come cambi il termine “padroni” sostituendo semplicemente la O di Otranto con la con la I di Imola ) .
E allora , mentre una folata di ponentino romano fa svolazzare il mucchietto di biglietti da 100 Euro che Roma ladrona gli infila, a forza, nel portafoglio sottraendoli dalle nostre buste paga esplode tutta la sacra rabbia padana nei confronti dei degenerati che osano mettere sullo stesso piano chi si nutre di polenta e chi di cous cous . A questo punto un altro confine è tracciato con la chiarezza del solco nella sacra terra bagnata dal Po. Immaginiamo, a questo punto , come sarà felice l’ elettore leghista di essere padrone in casa sua con in tasca la lettera di licenziamento che la multinazionale o il “sciur Brambilla” gli hanno recapitato a casa . Una bella consolazione , davanti alla sede INPS per la domanda di disoccupazione, condividere ,con quelli che fanno la fila con lui, il fatto che “Hai sentito il Calderoli come gliele ha cantate al Fini? Perché ci ha ragione ! Casso! Basta con questi stranieri che ci vengono a rubare il lavoro a noi ! Porca bestia! Oh … a proposito, te con questi 800 euro al mese che ci daranno come casso fai a pagare il mutuo?”

domenica 15 novembre 2009

PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO


SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.
ROBERTO SAVIANO

mercoledì 4 novembre 2009

Caro Bersani non svegliare Diliberto

Bersani, ti prego in ginocchio, Diliberto no. Sta tanto bene dove sta, lascialo nel congelatore. Non ritirare fuori i fantasmi, le mummie sovietiche. Bersani, questo è un grido di dolore vero e proprio. La più grande carità che si può fare ai morti è di non resuscitarli. La sinistra ha passato la vita a suicidarsi, ti prego interrompi questa vocazione autodistruttiva del nostro partito. Diliberto, ti rendi conto? Quello che odia Fellini e ama le barzellette di Pierino e i film carta igienica, che vuole portare la salma di Lenin a Roma, che invece di Padre Pio, sul cruscotto della macchina ha incollato l’immaginetta di Stalin.Bersani, no. Risparmiaci questa pena. È vero che quanto non ci uccide ci rende più forti, ma non spingere oltre quel pedale, perché è dimostrato che nei casi gravi bisogna lasciar perdere l’omeopatia e ricorrere velocemente agli antibiotici. Con Diliberto abbiamo già dato tutto quello che avevamo, abbiamo svuotato il cassetto dei ricordi. Ti prego. D’altronde lo sai che Diliberto non ti serve a niente, nemmeno a smaltare di vecchie gloriose utopie la politica di oggi, che sai benissimo essere costosa, e se è costosa vuol dire che ha bisogno di soldi da trovare in giro. E tu lo sai benissimo. Diliberto ha le tasche vuote e si ubriaca in un’osteria degli anni Sessanta. Cosa ha da darti? Ma dove vivi Bersani, che ci fai con Diliberto? Guarda che il mondo è andato da un’altra parte, e non da ieri.Diliberto no. Rischi di restare imbrigliato nelle ragnatele. Parlane con il tuo pantocratore D’Alema, ti dirà le stesse cose. Ti dirà che è passata molta acqua sotto i ponti e che Renato Zero ha già fatto il suo tempo. Figurati Diliberto.Non oso pensare a Pecoraro Scanio. Spero che tu non sia riuscito a trovare il suo numero telefonico, che per fortuna nessuno più compone. In questo caso mi metto in ginocchio davanti a te con pietoso atteggiamento per chiederti di pensare ad altro, magari ai tortellini bolognesi. Distraiti Bersani, che il nome di Pecoraro Scanio non sfiori le tue trombe di Eustachio.Non guardarti troppo intorno. Lo stesso Bertinotti, buttato a mare da Vespa dopo che ha fatto per anni, insieme all’inane Sansonetti, propaganda pro Berlusconi, non porta ormai granché alla tua causa. Senza kashmir Bertinotti è come Sansone senza capelli. È anche lui, come direbbe il Belli, cadavere di morto.Bersani: dicci che sei con noi. Credici. Dicci che il passato ti fa schifo, che vuoi ben altro. Prova a farci sognare. Il Pd voleva essere questo, non certo il riciclaggio delle cose vecchie e il risveglio degli zombie come Diliberto. Bersani, io sono con te, dal fondo della periferia politica. Conta anche su chi non ti ha votato, ma non offrirci yogurt scaduti. Diliberto no, ti prego in ginocchio. Diliberto no. È come tornare all’Italia delle cambiali e delle radio con l’occhio magico.

domenica 1 novembre 2009

La preghiera del cardinale e quella di un laico

Sento viva gratitudine per il cardinale Carlo Maria Martini, per i suoi pensieri, per l'esempio che dà ed anche per l'amicizia che mi ha dimostrato. Infine per l'ultimo suo libro, "Meditazioni sulla preghiera" che tra pochi giorni sarà nelle librerie e di cui l'editore Mondadori ci ha autorizzato a pubblicare un'anticipazione, uscita ieri sul nostro giornale. Stavo cercando un argomento del quale scrivere per i miei lettori della domenica e i pensieri mi si arruffavano mentre mi cresceva dentro un forte disagio. Il caso Marrazzo? L'omicidio dello sventurato Stefano Cucchi, ucciso a bastonate mentre era affidato ai carabinieri e alla polizia penitenziaria? Lo spettro della disoccupazione che avanza in Europa e nel mondo? La possibilità che D'Alema sia nominato ministro degli Esteri dell'Unione europea e Tremonti presidente dell'Eurogruppo oppure che entrambi restino dove sono? Infine lo stato miserevole della seconda Repubblica, avviata ormai verso un'agonia dalla quale difficilmente potrà salvarsi? Mi sentivo stanco di visitare e rivisitare problemi importanti ma ripetitivi, che per di più dimostrano un tale stato di degradazione da esser diventati ripugnanti per ragioni estetiche prima che ancora morali e politiche. Sicché mi sono assai confortato leggendo la prosa del cardinale. Ho pensato di cogliere l'occasione che il suo scritto mi offriva e intervenire anch'io sullo stesso argomento. Penso che i miei lettori ne saranno contenti. Il tema del cardinale riguarda la preghiera dei vecchi. Detto in altro modo - e lui stesso ne fa menzione - si tratta d'una meditazione sulla morte da parte di chi, pur in buona salute, la vede approssimarsi incalzata dal calendario.
Martini è profondamente religioso, ad un punto tale da potere e volere colloquiare anche con i non credenti e mettere in comune esperienze così disparate. Io sono per l'appunto uno di quelli e meditare assieme a lui mi ha dato grandissima pace tutte le volte che tra noi è accaduto. Gli anni continuano a passare e l'esperienza di quei pensieri aumenta. Ci si sente come sentinelle avanzate su un terreno incognito. Si assiste, sempre più dolenti e partecipi, alla scomparsa di tanti amici. Ci si allontana dal mondo e lo si vede più distintamente: la vista migliora con la lontananza; lo diceva Goethe e lo disse prima di lui Montaigne. Perciò può essere utile a noi stessi e a tutte le persone consapevoli meditare insieme su un tema così presente alla coscienza. La morte, diceva Montaigne con il suo sobrio linguaggio, è il fatto più rimarchevole della nostra vita. Bisogna pregare. Bisogna pensare. Il cardinale cita Qoelet in uno splendido suo passo pieno di sapienza e di bellezza poetica. Io citerò ancora l'autore degli "Essais" quando diceva che bisogna portare il pensiero della morte come i signori dell'epoca sua portavano il falcone sulla spalla per abituare se stessi e l'uccello cacciatore a vivere insieme e prender dimestichezza l'uno dell'altro. Chi non crede in un altro mondo sa che in quel certo momento tutto si concluderà; non teme l'inferno e non spera in un paradiso. Non si aspetta premi né castighi. La preghiera non saprebbe a chi rivolgerla. Può solo augurarsi d'esser ricordato da chi lo ha amato: una sopravvivenza breve, che avrà se se lo sarà meritato. Sa anche, chi non crede, che la vita è priva di senso se il senso consiste nell'avere un fine che sorpassa il nostro transito terreno. E dunque: una vita che non ha ulteriore sopravvivenza e naturalmente senza senso alcuno perché capricciosamente finisce lasciando una traccia che si cancellerà nel giro di pochi mesi o di qualche anno in memorie altrimenti affaccendate: ebbene una vita così desertificata di infinità dovrebbe essere disperata nel veder avanzare la Donna oscura che verrà a prendersela. Può esser serena, pacificata, confortata, una vita priva di fede? Avrà avuto un senso? Quale? * * * "Laudato sì mi Signore / per sora nostra Morte corporale" scrisse Francesco nel suo Cantico. Socrate, mentre sentiva che il gelo della cicuta gli stava salendo dalle gambe al cuore, disse ai suoi allievi di sacrificare un gallo ad Esculapio perché così voleva il rito, e si coprì la testa con un lembo del mantello. Pascal morì sognando d'essere in comune con i poveri e i derelitti. Rilke, in una pagina terribilmente splendida dei suoi "Quaderni" racconta la morte di suo nonno, il Ciambellano. La Morte gridò per otto settimane dentro quel corpo, ma non era lui che gridava, era la Morte finché non uscì fuori da lui. Benedetto Croce morì leggendo e leggeva sapendo che Lei stava arrivando. Si può anche esser disperati con la fede nel cuore e non esserlo senza alcuna fede, con il falcone sulla spalla che ti è diventato amico. * * * Io sento da tempo che noi, come tutte le specie e gli individui viventi che le compongono, siamo forme che la natura incessantemente crea e disfa per far posto ad altre. Senza alcun disegno che non sia la vita. È legge di ogni forma di realizzare al massimo le capacità di cui dispone. Le forme viventi non sono mai statiche ma dinamiche e ciò è vero perfino nelle forme apparentemente non viventi, è vero per gli atomi e per le particelle elementari della meccanica quantistica. È vero per ogni energia perché ogni energia è dinamica. Non si tratta di fede ma di scienza sperimentale. Il senso sta in questo, sta in un eterno divenire. Ogni forma ha la propria legge e diviene secondo quella legge. Noi, nella nostra forma umana, siamo animati dal sentimento dell'amore, dal desiderio del potere e dalla coscienza morale. Le nostre vite individuali combinano come possono e sanno questi elementi e questo è il senso del nostro vissuto, queste sono le stelle che orientano il nostro viaggio. Non dico viaggio terreno ma soltanto viaggio perché non ne conosciamo altri. Possiamo certamente immaginarli se ci consola immaginarli. * * * La vecchiaia restringe la nostra vitalità, limita le capacità del corpo e concentra quelle delle mente. In alcuni il desiderio del potere soverchia gli altri. È patetico vedere come alcuni vecchi restino aggrappati al potere, la loro zattera di salvataggio che non li porterà ad alcuna salvezza, la loro rabbia nel vederselo strappato brano a brano, la solitudine del loro io denudato giorno per giorno dagli orpelli dei quali l'avevano rivestito. Altri si effondono nell'amore. Non dico nell'erotismo, dico amore. Amore per gli altri e per quelli a loro più prossimi, quelli dai quali hanno ricevuto amore e ai quali l'hanno restituito. Quando questo avviene, l'io non è solo, non è denudato, non è disperato, anzi è più ampio e più ricco. Non ha nessun bisogno di chiamarsi e di sentirsi io ma si sente noi e quella è la sua ricchezza. Oggi è il giorno di tutti i santi, ma non ci sono santi laici, ci sono soltanto anime amorose che lasciano lungo la strada il pomposo mantello dell'egoismo e indossano quello della compassione con il quale ricoprono sé e gli altri. Lei, carissimo cardinale Martini, ha un amplissimo mantello di compassione, di passione per gli altri. Col suo mantello ricopre anche me talvolta come il mio può ricoprire anche lei. Per questo la Nera Signora non ci spaventa. È per questo sia lei che io sentiamo nel cuore il messaggio che incita all'amore del prossimo. A lei lo invia il suo Dio e il Cristo che si è incarnato; a me lo manda Gesù, nato a Nazareth o non importa dove, uomo tra gli uomini, nel quale l'amore prevalse sul potere.

Eugenio Scalfari da:
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/scalfari-editoriali/scalfari-1-novembre/scalfari-1-novembre.html
Eugenio ci hai rotto il cazzo . Ma è possibile che tutte le buone idee te le pigli tu ,un minuto prima che ci arriviamo noi ?
Sarà pur vero che tu sei un grande giornalista e noi degli imbrattacarte, o se preferisci dei pasticcioni online , ma le argomentazioni del tuo articolo sono le stesse su cui ci arrovelliamo mentalmente da giorni . Come si può trovare un argomento che non sia legato in qualche modo allo schifo di queste settimane ? Tu hai avuto l'opportunità di leggere il libro del Cardinale e ci offri questa opportunità di riflessione. Te ne siamo grati e , per quel poco che può valere , ti pubblichiamo volentieri.

domenica 25 ottobre 2009

Bersani, "Le primarie hanno risvegliato la nostra gente"

"Credo che le Primarie abbiano risvegliato la nostra gente e consolidato la convinzione che noi siamo la normalità. In tutti i Paesi democratici ci sono partiti che discutono, in trasparenza, sul proprio futuro e sui propri vertici; solo noi abbiamo un partito con un padrone, ma è quella l'eccezione, noi siamo la regola, non facciamo i congressi per risolvere le nostre 'beghe', ma perchè pensiamo che nei partiti deve regnare la democrazia ed il confronto". Lo ha detto Pier Luigi Bersani, candidato alla segreteria del Pd.

Appello a votare alle primarie del PD: votare in massa per riformare il PD e in opposizione a Berlusconi

Domenica 25 ottobre dell’anno del Signore 2009, secondo le previsioni meteo e sociali, dovrebbe essere una normale domenica di autunno di un anno qualsiasi. Una domenica banale, forse po’ più movimentata perché un partito disorientato, il PD, sta cercando (se ci riesce) di darsi una regolata, chiamando i suoi elettori alle votazioni primarie per scegliere il segretario nazionale e regionale. Una domenica di normale democrazia in un normale Paese democratico, dove l’esercizio della democrazia non dovrebbe fare nemmeno notizia perché dovrebbe essere come l’aria che si respira: l’ambiente vitale della vita quotidiana. Avrebbe dovuto essere, ma non lo e! Non lo è perché un governo in carica e la sua succube maggioranza da tempo hanno messo mano alle ruspe per demolire la costruzione istituzionale della «Casa Comune» che affonda le sue radici nella Carta Costituzionale.Il presidente del consiglio, screditato dentro e fuori i confini nazionali tranne che nella Russia del Kgb di Putin, pur di salvarsi, ha deciso di bandire non solo la legalità, estranea alla sua antropologia, ma anche la democrazia, trasformando l’Italia in un giardino aziendale dove lui possa passeggiare a piacimento e i suoi cani defecare senza obbligo di paletta. E’ piena emergenza democratica, è una «guerra civile», combattuta con le armi della comunicazione, deformata, stravolta e intimorita. Il giornale «la Repubblica» ne sa qualcosa: è citata in giudizio per avere posto dieci domande alle quale Berlusconi non sa rispondere. Chi non si adegua alla sua verità bugiarda deve essere liquidato. Non possiamo più tollerare lo scempio che vediamo sempre più grave. E’ tempo di «Resistenza»; è tempo di «Esistenza», come argutamente afferma Paolo Martinelli, già giudice in Genova.Per questi motivi, domenica 25 ottobre 2009 è una giornata nazionale di grande testimonianza civile per la legalità e la democrazia, sfruttando le elezioni delle primarie del PD. A me poco importa della sorte del PD che ritengo responsabile della rinascita del governo Berlusconi e di altri misfatti, mi interessa che arrivi un messaggio chiaro e limpido alla maggioranza, al governo che la manovra e all’opposizione che in queste primarie ha l’ultimo appello. Andiamo tutti a votare e affolliamo i seggi del PD per esercitare un diritto inalienabile: scegliere chi deve governare. Non importa quale candidato si vota, ma andiamo a votare. Oggi diciamo con forza e veemenza che nessuno può scipparci impunemente e la Carta Costituzionale e la nostra dignità e la nostra democrazia. Se vanno a votare in pochi, il governo sarà rafforzato e l’opposizione scomparirà per i prossimi tre secoli. Se invece va a votare un popolo di milioni e milioni di persone che ripudiano Berlusconi, i suoi interessi, i suoi reati, la sua corruttela, con la semplice e micidiale scheda elettorale daremo una testimonianza di civiltà e saremo orgogliosi di avere fatto muraglia al degrado che ci sta seppellendo. Alle elezioni politiche noi non possiamo scegliere i candidati perché l’immondo governo ha varato la «legge porcata» con cui fa eleggere le donnine del capo. Diciamogli che la politica è gratuità, bene comune, passione e non prostituzione a pagamento nel letto di Putin.Andando a votare alle primarie del PD, domenica 25 ottobre 2009, dalle ore 7,00 alle ore 20,00 alziamo in piedi la nostra coscienza e gridiamo a voce alta la nostra indisponibilità al sopruso e affermiamo la nostra dignità di cittadini sovrani. Dal fascismo ci hanno liberati i morti nella «Resistenza» e i martiri dei campi di concentramento tedeschi, ancora vivi e sanguinanti nella coscienza di molti. Spetta a noi non vanificare quelle morti. Onoriamole andando a votare in massa per uno tsunami di democrazia in un mondo senza confini.
Paolo Farinella, prete

OGGI SI ELEGGE IL SEGRETARIO DEL PD

Quando si vota per le primarie, chi può votare, cosa serve?
OGGI si vota dalle 7 alle 20 in oltre diecimila seggi.Si vota una sola lista.CERCA IL TUO SEGGIO SU www.partitodemocratico.it O TELEFONANDO AL NUMERO 848.88.88.00Puoi votare se hai almeno 16 anni e sei: cittadino italiano, cittadino europeo con residenza in Italia, o cittadino di un altro paese con permesso di soggiorno in Italia.Per votare basta un documento d’identità e la tessera elettorale. Per i minorenni e i cittadini stranieri serve solo il documento.Gli studenti universitari e i lavoratori fuori sede, anche extracomunitari con permesso di soggiorno, possono votare nella città dove studiano o dove lavorano. Tale decisione deve essere comunicata alla sede provinciale del Partito Democratico del luogo in cui si studia o si lavora entro le 19 del 23 ottobre. Puoi trovare l’indirizzo su www.partitodemocratico.itLe schede sono due: una di colore azzurro per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale, un’altra di colore rosa per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Regionale.Sceglierai il tuo Segretario tracciando un unico segno su una delle liste dei candidati ad esso collegati.E non dimenticare di versare un contributo minimo di 2 euro per aiutarci a sostenere l’iniziativa. Al momento del voto riceverai la molletta “Ci tengo”, simbolo di queste primarie.

IO VOTERO' BERSANI


sabato 17 ottobre 2009

Per dare un altro colpo a Berlusconi

La sentenza della Corte costituzionale sul «Laido Alfano» ha inferto un duro colpo all’Impunito; un colpo talmente duro, perché inatteso, che sta facendo di tutto per deformare la Carta e mandare all’aria lo Stato e quello che resta della decenza democratica. Berluskonijad fa i gargarismi con il popolo, che usa come una maionese da mettere sull’insalata russa del populismo di cui va ghiotto. Nulla gli importa che il popolo abbia un limite nella Suprema Carta, il cui art. 1 solennemente proclama: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione», da cui discende che il popolo non è «Über Alles – Above All – Sobre todo», ma è «sotto» la Costituzione che ne costituisce il confine e ne determina il limite invalicabile. Il rancido e sistematico appello «alla divinità del popolo» è una aberrazione giuridica, segno che all’attuale Corrotto e Corruttore nulla importa del popolo, ma tutto interessa pur di riuscire a fregare ancora una volta la Legge, noi e i vostri figli che pagheranno amaramente l’ignominia dell’era berlusconiana. Bisogna dargli un’altra batosta e, anche a costo di apparire ingenuo, dopo avere riflettuto a lungo, credo che possiamo dargliela e anche ben assestata. Chi mi legge sa che non sono mai stato tenero con il PD e i suoi antenati, specialmente in questi ultimi tempi, a cominciare dai tempi delle cadute del governo Prodi. Ad esso attribuisco la maggiore responsabilità del ritorno del berlusconismo e della mancata opposizione governata di uomini di piccolo cabotaggio. Ero anche contrario ad un congresso «ora» perché c’era urgente bisogno di sostenere la casa andata a fuoco invece di cincischiare a giocare ai tre moschettieri di latta. Il Pd ha la colpa di avere fatto passare lo scudo fiscale che poteva fare cadere finalmente il governo. Non lo ha fatto colpevolmente. Tutto ciò premesso … Il giorno 25 ottobre vi saranno le primarie del PD per eleggere il segretario nazionale tra i tre candidati, Bersani, Franceschini e Marino. Al di là e sopra i miei sentimenti, che sono ben poca cosa di fronte all’Italia, già in guerra civile, non importa chi si vota, ma è determinante andare a votare. Berlusconi teme queste elezioni e ha tutto l’interesse che a votare vada una minima parte per potere deridere e gongolare di potere governare «Forever». Bene, diamogli una lezione, una mazzata, un colpo di maglio di democrazia:
ANDARE A VOTARE ALLE PRIMARIE DEL PD PER DARE UNA MAZZATA A BERLUSCONI E ADEPTI
Non è indifferente se a votare va un milione di persone o se vanno cinque milioni o sette milioni. Poiché stiamo dimenticando l’esercizio pratico della democrazia, ritengo che sia essenziale andare per affermare che esiste «un popolo» che non si rassegna al degrado democratico e morale: «un popolo che resiste» in nome della propria onorabilità, della propria indisponibilità in nome della propria opposizione irriducibile a Berlusconi e al virus del berlusconismo che ripudia con tutte le proprie forze.
Non possiamo limitarci al «mugugno» che, si dice a Genova«non costa niente». Forse resteremo delusi, ma avremmo dato una lezione irriducibile di democrazia e di presenza «politica». Non si tratta di votare PD, ma di usare il PD per un gesto supremo, forte e solenne contro una dittatura già in esercizio. E’ un dovere morale. Andare a votare alle primarie del PD è oggi una scelta istituzionale, una forma di resistenza, e l’affermazione del principio della sovranità popolare senza manipolazioni e senza leggi porcate. Invito pertanto tutti coloro che vogliono buttare fuori questo lercio governo e questa laida maggioranza ad andare a votare alle primarie del PD: votate il candidato che volete, votate vostra suocera o vostro genero, votate per il cane o per il criceto, ma andate a votare. In modo particolare mi appello alle donne che, come Rosy Bindi, non sono e non saranno mai "a disposizione" del magnaccia, con questo voto dicono la propria indignazione anche contro le donne di destra che si lasciano infangare, usare e nominare come schiave di un sultano che non ha nemmeno il coraggio di difendersi nelle aule del tribunale. Il Diritto Canonico mi vieta di iscrivermi ad un qualsiasi partito o sindacato che sono appunto «parti», ma ritenendo queste elezioni un «atto prepolitico e resistenziale», andrò a votare perché come cittadino sono impegnato in prima persona per il miglioramento della vita della mio Paese e per la sua dignità di popolo civile che si nutre di legalità e laicità. Io ci sarò, spero che saremo tanti da offuscare il sole e distruggere il nano di Casoria.
Paolo Farinella, prete da : http://iltafano.typepad.com/il_tafano/

domenica 11 ottobre 2009

Convenzione Partito Democratico

Bersani: "Una legge sul conflitto di interessi"
"Bisogna fare uscire dalle nebbie e portare al concreto il tema del conflitto di interessi fissandolo su due punti: le incompatibilità e le norme contro le posizioni dominanti".

Basterebbe questo per decidere chi sarà il prossimo Segretario del PD

Epifani: "Scelgo Bersani"
Alle primarie del Partito Democratico "penso che sceglierò Bersani".

Finalmente ! Ma allora sa anche prendere decisoni ....

Standing ovation per Napolitano

Questa è la prima buona notizia

Donne indossano magliette pro-Bindi
Le donne presenti alla convention indossano una maglietta con scritto: "Non sono una donna a sua disposizione",

e questa la seconda (senza nessuna ironia)

Fassino: "Bersani non è il segretario in pectore del Pd"

In fondo anch'io non sono mai stao il segretario dei DS

Assente Veltroni: "Non entro nel dibattito congressuale»
Forfait anche da Arturo Parisi

Ma allora qualche speranza rimane ...

Prodi: "All'Italia serve un grande Pd"
Romano Prodi non sarà al Congresso ma ha inviato un messaggio. Il "padre" del Pd chiama l'opposizione alla riscossa in un momento di emergenza democratica e "striglia" il partito diviso e spesso lontano dalle ragioni per cui è nato. "Serve all'Italia un grande Pd", pungola l'ex premier.

Continua la fuga all'estero dei cervelli migliori


Assente Rutelli bloccato a letto dalla febbre
Al Congresso sarà assente anche l'ex leader della Margherita Francesco Rutelli, bloccato a casa con la febbre.

Ma allora Dio esiste!

Niente da aggiungere !

La leggenda del premier eletto dal popolo
di ILVO DIAMANTI



"Presidente eletto dal popolo". Così si definisce Silvio Berlusconi. Sempre più spesso, da qualche tempo. Per rivendicare rispetto dai molti nemici che lo assediano. Ma, al tempo stesso, per marcare le distanze dall'altro presidente. Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica. Il quale, al contrario, è "eletto dal Parlamento". Anzi da una parte di esso. Perché Napolitano non è "super partes", ma di sinistra. Come tutte le altre istituzioni dello Stato. Corte Costituzionale e magistratura in testa. Non garanti. Ma soggetti politici. Di parte. Per questo Berlusconi non ne accetta le decisioni, ma neppure il ruolo. In pratica: considera le istituzioni dello Stato - e quindi la Costituzione - inadeguate. Peggio: illegittime. Meno legittime di lui, comunque. Presidente eletto dal popolo. Queste affermazioni, sostenute a caldo e a tiepido dal premier, dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, si fondano su premesse discutibili, anzitutto sul piano dei fatti. Dati per scontati. Che scontati non sono. Il primo fatto è che Berlusconi sia un presidente "eletto dal popolo". È quanto meno dubbio. Perché l'Italia non è (ancora) un sistema presidenziale. I cittadini, gli elettori, votano per un partito o per una coalizione. Non direttamente il premier o il presidente. Anche se, dopo il 1994, abbiamo assistito a una progressiva torsione delle regole elettorali e istituzionali in senso "personale". Senza bisogno di riforme. Così, nella scheda elettorale, accanto ai partiti e alle coalizioni viene indicato anche il candidato premier. (Come ha lamentato, spesso, Giovanni Sartori). Tuttavia, non si vota direttamente per il premier, ma per i partiti e gli schieramenti. Silvio Berlusconi, per questo, non è un presidente eletto dal "popolo". Semmai dal "Popolo della Libertà". Da una maggioranza di elettori, comunque, molto relativa. Alle elezioni politiche del 2008 il partito di cui è leader Berlusconi, il Pdl, ha, infatti, ottenuto il 37,4% dei voti validi, ma il 35,9% dei votanti e il 28,9% degli aventi diritto. Intorno a un terzo del "popolo", insomma. Peraltro, prima di unirsi con An, fino al 2006, il partito di Berlusconi era Forza Italia, che non ha mai superato il 30% dei voti (validi). Al risultato del Pdl si deve, ovviamente, aggiungere il 10% (o l'8%, a seconda della base elettorale prescelta) ottenuto dalla Lega. I cui elettori, però, non hanno votato per Berlusconi. Visto che al Nord la Lega ha sottratto voti al Pdl, di cui è alleata e concorrente. E quando ha partecipato al governo (come in questa fase) si è sempre preoccupata di fare "opposizione". Questa considerazione risulta ancor più evidente se si fa riferimento al risultato delle recenti europee. Dove si è votato con il proporzionale e con le preferenze personali. Il Pdl, il partito di Berlusconi, ha infatti ottenuto il 35,3% dei voti validi, ma il 33% dei votanti e il 21,9% degli aventi diritto. Lui, il Presidente, ha personalmente ottenuto 2.700.000 preferenze. Il 25% dei voti del Pdl, ma meno del 9% dei votanti. Il risultato "personale" più limitato, dal 1994 ad oggi. Tutto ciò, ovviamente, non intacca la legittimità del governo e del premier. Semmai la sua pretesa di interpretare la "volontà del popolo". D'altronde, si vota una volta ogni cinque anni, mentre i sondaggi si fanno quasi ogni giorno. Per cui, più che sul voto, il consenso tende a poggiare sulle opinioni. Sulla "fiducia". Ma stimare la "fiducia" dei cittadini è un'operazione difficile e opinabile. Che non coincide con il consenso elettorale. Non si capirebbe, altrimenti, perché, se davvero - come sostiene Berlusconi - il 70% degli italiani ha fiducia in lui, alle recenti elezioni europee il Pdl si sia fermato al 35%, la coalizione di governo al 45% e le preferenze personali per il premier al 9% (dei voti validi). La fiducia, inoltre, è difficile da misurare. Per ragioni sostanziali, ma anche metodologiche. Soprattutto attraverso i sondaggi. Dipende dalle domande poste agli intervistati. Dagli indici che si usano. Alcuni fra i principali istituti demoscopici (come Ipsos di Nando Pagnoncelli e Ispo di Renato Mannheimer) utilizzano una scala da 1 a 10, per analogia al voto scolastico. Per cui l'area della "fiducia" comprende tutti coloro che danno a un leader (o a un'istituzione) la sufficienza (e quindi almeno 6). Oggi, in base a questo indice, circa il 50% degli italiani esprime fiducia nel premier Berlusconi (le stime di Ipsos e Ispo, al proposito, convergono). Mentre a fine aprile, dopo il terremoto in Abruzzo, superava il 60%. Ciò significa che negli ultimi mesi la "fiducia" del popolo nel premier si è ridotta, anche se risulta ancora molto ampia. Tuttavia, anche accettando questi indici, un 6 può davvero essere considerato un segno di "fiducia"? Ai miei tempi, nelle scuole dell'obbligo - ma anche al liceo - era una sufficienza stretta. Come un 18 all'università. Che si accetta per non ripetere l'esame. Ma resta un voto mediocre. Basterebbe alzare la soglia, anche di pochissimo, un solo punto. Portarla a 7. Per vedere la fiducia nel premier (e in tutti gli altri leader) scendere sensibilmente. Al 37%. Più o meno come i voti del Pdl. Con questi dati e con queste misure appare ardita la pretesa del premier di parlare in "nome del popolo". Tanto più che, con qualunque metro di misura, il consenso personale verso il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risulta molto più elevato. Fino a una settimana fa, prima della recente polemica, esprimeva fiducia nei suoi confronti circa l'80% degli italiani, utilizzando come voto il 6. Oltre il 50%, con una misura più esigente: il 7. Lo stesso livello di consenso raccolto dal predecessore, Carlo Azeglio Ciampi. Anche da ciò originano le tensioni crescenti tra il premier e il Presidente della Repubblica. Nell'era della democrazia del pubblico. Maggioritaria e personalizzata. Dove i media sono divenuti lo spazio pubblico più importante. E il consenso è misurato dai sondaggi. Nessuno è "super partes". Sono tutti "parte". Tutti concorrenti. Avversari o alleati. Amici oppure nemici. Anche Napolitano, soprattutto Napolitano. Per la carica che occupa e la fiducia che ottiene. Agli occhi di Berlusconi, impegnato a costruire la leggenda del "presidente votato e voluto dal popolo". Non può apparire amico.

giovedì 8 ottobre 2009

Di che pasta è fatto il premier?

Berlusconi: "Vedrete di che pasta sono fatto"

SI!
Di pasta alla "puttanesca"

mercoledì 7 ottobre 2009

Blindato il quartier generale del premier


Misure di sicurezza straordinarie e grande mobilitazione delle forze dell'ordine attorno a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier. La strada è transennata alle auto e circondata da poliziotti in tenuta antisommossa e persino le ambulanze e le auto di servizio sono costrette a deviare e cambiare direzione. http://www.unita.it/news/89463/blindato_il_quartier_generale_del_premier

sabato 3 ottobre 2009

Candidati a non governare

Adesso scatterà la solita trafila, a metà strada tra il burocratico e il patetico. Una era in missione l'altro era al comizio, l'altro ancora era a letto con l'influenza. Uno aveva la giustificazione, l'altro se l'è dimenticata a casa ma magari la porta domani. Sta di fatto che i 29 deputati dell'opposizione che ieri erano assenti in aula mentre si votava definitivamente l'ennesima legge-vergogna del centrodestra portano sulle spalle non solo l'indegnità morale che spetta a tutti i "lavoratori" che marcano visita. Ma anche la responsabilità politica che grava su chi avrebbe potuto far saltare il colpo di spugna concesso agli evasori e agli esportatori di capitali illeciti, mandare in minoranza la maggioranza e aprire una crisi grave dentro il Popolo delle libertà. Il Pdl, già spaccato di suo, si è presentato a questo appuntamento in ordine sparso, e con assenze ancora più scandalose: ben 56 deputati della maggioranza hanno mancato all'appello. Un'opposizione seria e strutturata, consapevole di questo, avrebbe fatto una battaglia campale contro questa vergognosa amnistia mascherata. Avrebbe "investito" sui mal di pancia dei diffidenti del partito del premier e dei dissidenti dell'ex partito di Fini. Avrebbe fatto quadrato con l'Idv e con l'Udc, e avrebbe riempito l'emiciclo fino all'ultimo scranno. Avrebbe dimostrato di essere all'altezza della sfida, anche a prescindere dal risultato finale. Non è andata così. Ed ora, a babbo morto, è inutile impartire "severe sanzioni" agli assenti. Ed è persino frustrante chiedersi dov'erano i capigruppo, e recriminare su com'erano straordinari, disciplinati e inflessibili i capigruppo del vecchio Pci. Capiamo tutto, del Pd: gli impegni e le tensioni precongressuali, i soliti veleni tra i leader di ieri, di oggi e di domani. Quello che cominciamo a non capire è come un'opposizione del genere possa candidarsi alla guida dell'Italia nel dopo-Berlusconi. Soprattutto, temiamo che non lo possa capire il Paese.

domenica 20 settembre 2009

La vendetta di Dario.

Per la serie la classe non è acqua ecco finalmente la risposta di Dario Franceschini alle pretese di Beppe Grillo di diventare il nuovo Segretario del PD .
Come riferisce l’Unità online , commentando le farneticazioni di Brunetta, il candidato alla Segreteria del PD ha dichiarato: “… I soliti insulti di Brunetta mi hanno confermato la convinzione che l'unica «brunetta» che merita rispetto è quella dei Ricchi e Poveri.
Insomma Grillo il Segretario del Partito Democratico non lo farà mai … ma Franceschini il comico lo può fare quando gli pare e piace .

Le sentenze degli asini non attaccano a nessuno

Bene ! Dopo anni passati a disquisire e dividerci sui concetti di sinistra radicale e sinistra riformista adesso non può che farci piacere apprendere che abbiamo altre due categorie su cui sfrucugliare sopra .
Le due categorie , nuove di zecca , sono : la sinistra per male e la sinistra perbene .
“Ohibo! “ Avrebbe trasalito il Principe De Curtis in arte Totò .
Noi non trasaliamo e assai più prosaicamente ci limitiamo ad ascoltare queste voci con commiserazione, sentendoci al contempo rasserenati almeno sul fatto che ci sia aprano nuove prospettive di collocazione.
Certo ci sarebbe stato di aiuto capire quali siano i confini nei quali operare se ad esempio decidessimo di entrare a far parte della sinistra perbene ( ma vale pure l’opposto) .
Sapere che le caratteristiche di essere : golpisti, elitari di merda e non collaborativi con il governo, nel caso in cui decidessimo di appartenere alla "sinistra per male" ci pare assai povera come indicazione .
Tentiamo, allora, di fare qualche esempio per meglio comprendere la nostra collocazione politica .
Esempio n.1 - Essere stati assidui collaboratori con ex ministri (socialisti) inquisiti e condannati ci collocherebbe nella sinistra per male o in quella per bene?
Esempio n.2 - Aver abbondantemente goduto di prebende e privilegi derivanti dall’assidua frequentazione di ex leader che hanno dovuto terminare la propria carriera politica in un paese straniero , pur di non affrontare un processo, ci collocherebbe nella sinistra per male o in quella per bene?
Sono quesiti minimi che chiunque si proponga di inventare due nuove categorie (non dello spirito) ma della politica dovrebbe quantomeno immaginare che gli vengano posti .
In attesa di chiarimenti ulteriori , noi approfittiamo del tempo che rimane per interrogarci su come possa , un Ministro della Repubblica, anche solo , concepire interventi come quello di ieri:
A nostro modestissimo parere le ipotesi sono due .
La prima : questo signore , pagato abbondantemente anche con i quattrini della sinistra per male , ha oramai imboccato la china perversa del suo maitre-à-penser . Ovvero il delirio di onnipotenza . “Se il capo dice di essere il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni perché io non devo dire che sono il ministro più amato dagli italiani? ” e ancora: “ Se il capo dice che chi vota a sinistra è un coglione perché io non devo dire alla sinistra di andare “ a morire ammazzata?” . Il tutto per la serie: ma cosa vi aspettate da chi è in quel posto solo per essere stato bravo a legare l’asino dove dice il padrone di turno?
La seconda ipotesi ce la suggerisce Michele Serra il quale ebbe modo di scrivere: “Brunetta è il classico fanatico: uno che quando parla gli saltano uno dopo l'altro i freni inibitori, e gli esce fumo dalle orecchie. (...) In questo Brunetta (come parecchi ex socialisti, ahimè) è il berlusconiano perfetto: pur di non dubitare di se stesso, attribuisce ogni problema alla malvagità del Nemico “.
Ci sembrano due ipotesi attendibili ma sicuramente non esaustive. Quindi ben vengano altri contributi alla discussione .
Quanto alla maledizione scagliataci ci limitiamo a ricordare con un sorriso di compatimento un vecchio detto lombardo che recita : i sentenzii di asnìtt in tàcàan a nissoeun !
Che tradotto ,per chi non avesse ancora iniziato a frequentare le scuole leghiste di dialetto significa letteralmente : le sentenze(leggasi maledizioni) degli asini non attaccano a nessuno.

giovedì 17 settembre 2009

Il lamento di un italiano

Allora! Signore! La prima volta ti ho pregato di eliminare quello brutto, rifatto, che frequenta minorenni: e tu mi fai fuori Michael Jackson.
Poi ti ho chiesto, per essere sicuro che capissi, di eliminare quello basso, con i capelli finti, che ha "inventato" la tv commerciale: e tu mi fai fuori Mike Buongiorno… la prossima volta ti mando la foto!

martedì 15 settembre 2009

«Un gesto concreto per la libertà d'informazione. Stasera non accendere Rai1, non guardare Porta a Porta».

sabato 12 settembre 2009

Non è un bel paese…

Terminato il tempo del cazzeggio balneare discettando di escort , festini a base di veline, o peggio , sulla sessualità del direttore dell’Avvenire , il popolo italiano rientra a casa e ritorna ad affrontare la realtà . Quella più cruda, quella di una crisi senza paragoni dal dopoguerra in poi. E chi ha creduto alle “sirene” che suonavano il motivetto per cui : “ l’Italia ha reagito meglio alla recessione internazionale “ non ci impiegherà molto a comprendere che è stato vittima dell’ennesima presa per i fondelli. Infatti se in Italia non si sono viste code davanti alle banche per ritirare i propri risparmi prima che queste fallissero o non vi sono stati disastri sul modello Lehman Brothers non è perché la crisi ci ha investiti in maniera più lieve . Molto più semplicemente è perché il nostro è un paese con un’ economia basata quasi essenzialmente sul settore manifatturiero. Non è una differenza da poco perché , se il tessuto economico è fatto di aziende anziché di società finanziarie , le prime , sebbene la crisi sia in atto con la medesima virulenza che in altri Stati, reagiscono con tempi di risposta assai diversi. L’onda di piena , per capirci, arriva dopo un po’ di tempo dall’inizio della crisi. E infatti da questo autunno i nodi arriveranno al pettine anche per gli italiani. Non ci vogliono i cervelloni per capire che se finora le aziende hanno tirato avanti con lo strumento della cassa integrazione questa tra un paio di mesi andrà ad esaurirsi .I numeri ci dicono che il ricorso alla “cassa” è aumentato del 500% . Questo dato può essere letto anche solo come un dato statistico, peccato che i soggetti che compongono quel numero sono svariate migliaia di persone in carne ed ossa che da diversi mesi devono vivere con circa 800-900 € al mese . Detto questo, dopo la cassa integrazione cosa rimane dietro l’angolo? Ove possibile la cassa integrazione straordinaria ( se l’azienda è di una dimensione accettabile) che significano altri 12/24 mesi alle stesse condizioni economiche di cui sopra , altrimenti si passa direttamente alla mobilità . Termine “aggraziato” , quest’ultimo, che indica però una realtà assai meno piacevole: ovvero la perdita del posto di lavoro. Vogliamo dunque parlare di cosa succede a dover campare con un assegno mensile che varia tra gli 800 ed i 900 € per due anni o più ? E vogliamo parlare di cosa accade quando ci si trova senza lavoro , magari a 50 anni di età e si cerca un’altra occupazione?
Bene ! Parliamone.
Intanto trovare qualcuno che assuma in questo momento è come vincere al superenalotto. Ammesso che si abbia la fortuna di trovare un’azienda in controtendenza rispetto a tutte le altre, credete che con 50 anni di età vi vengano spalancate le porte ? Provare per credere … I dati forniti da Confindustria ( non dai comunisti della CGIL anche se i numeri corrispondono) dicono che entro fine anno oltre 700.000 lavoratori perderanno il posto . Se calcoliamo che in gran parte dietro a queste persone c’è una famiglia composta da una moglie e mediamente 1.3 figli vogliamo dilettarci a fare il conto di quante persone passeranno un Natale a dir poco problematico? Certo non passeranno lo stesso Natale tutti i tromboni che ogni sera ci dilettano dagli schermi dei vari TG dicendo che: “ la crisi è passata “ oppure che: “ abbiamo ormai toccato il fondo e possiamo solo risalire ” e ancora che “ ormai siamo fuori dal tunnel.”
A questo quadro di per sé abbastanza desolante non abbiamo aggiunto la realtà di chi già prima della crisi viveva la condizione del precariato ; i cosiddetti lavoratori atipici (gli interinali per capirci, o i contratti a termine ) per semplificare ancora di più quelli che già dal momento in cui l’economia è entrata in crisi sono stati sacrificati sull’altare della riduzione dei costi da parte delle aziende. Tradotto in soldoni che cosa significa ? Semplicemente questo: altre migliaia di persone che, se fino a ieri non avevano la certezza di un posto di lavoro, oggi hanno una sicurezza : il posto di lavoro se lo devono proprio scordare.
Ma siamo italiani ed abbiamo alla guida del Governo il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni (parole sue…) non vogliamo farci mancare niente . Ed allora al quadretto già di per sé abbastanza desolante aggiungiamo anche questo : un paese che perderà , nel 2009 il 6% della propria ricchezza (il famoso PIL) e , se tutto va bene , recupererà lo 0,2% nel prossimo anno, non è un paese destinato a vivere momenti particolarmente felici. E’ un calcolo che saprebbe fare anche un bambino di terza elementare quello per cui , con uno zero virgola qualcosa all’anno di crescita , ci vorranno anni ed anni , solo per tornare allo stato in cui eravamo due anni fa. Se aggiungiamo alla scarsa ricchezza prodotta anche il fatto che il nostro debito pubblico è elevatissimo, viene facile pensare che per far minimamente quadrare i conti si preannunciano anni di “sangue sudore e lacrime”
A chi toccherà “pagare il conto” è facile a dirsi , vista la propensione di questo Governo a giocare al Robin Hood al contrario ,ovvero, togliere ai poveri per dare ai ricchi . Per prevedere che a subire i tagli più pesanti sarà inevitabilmente lo stato sociale ( leggasi sanità , pensioni, servizi pubblici eccetera ) non occorre essere né sofisticati economisti, né gli ex commercialisti del Presidente del Consiglio, né tantomeno avere la sfera di cristallo. Basta vedere come ha operato questo governo fino ad oggi!
Ci rendiamo conto che ci si potrà accusare di aver dipinto uno scenario alquanto fosco e in forte contrasto con l’ottimismo che a piene mani viene elargito da chi ha la responsabilità di governare questo paese. Purtroppo per costoro , le nostre modeste riflessioni non si basano su un’acredine politica che punta a svilire le mirabolanti imprese del centrodestra nazionale in campo economico. Le nostre riflessioni si basano su dati oggettivi che tutti i giorni siamo costretti a misurare concretamente.
Per riprendere il titolo : questo non è un bel paese , non può essere un bel paese quello in cui i lavoratori sono costretti ad arrampicarsi sulle gru o a vivere settimane sui tetti delle fabbriche solo per avere un minimo di attenzione dai telegiornali , troppo impegnati a dipingere di azzurro tutto quanto , a dibattere su George Clooney e la Canalis ignorando la disperazione e la solitudine di un pezzo sempre più grande del paese. Non è un bel paese quello in cui i suoi governanti corrono ad inchinarsi davanti ad un dittatore assassino e stanno alla finestra a guardare quello che succede in casa loro senza intervenire minimamente per porre rimedio limitandosi esclusivamente a pensare che : A dà passà a nuttata!

sabato 5 settembre 2009

Nel Comune dove anche il centralino parla il "dialett de Comm"


Per accedere alle informazioni in "dialett de Comm" spingere ("tishar") il tasto 2. Il centralino del Comune di Como si è già adeguato al nuovo dettato leghista che vuole l'italiano affiancato dal dialetto in tutto e per tutto. Digitare (tishar) 031 2521 (il numero di telefono del centralino) per provare. A rispondere (ASCOLTA L'AUDIO), per ora, in prima battuta, è ancora una signorina, che, poco aggiornata, parla italiano. Ma subito dopo, a soccorrerla interviene una voce leggermente cavernosa che articola le informazioni nella lingua che piace a Bossi. In "dialett de Comm". Prima di lasciare spazio a una signorina che, bontà sua, ad uso dei turisti, finché non avranno imparato anche loro l'idioma locale, parla persino l'inglese. A Como, l'uso linguistico sfiora l'avanguardia. E già si celebrano i primi matrimoni in dialetto. Con la formula locale che recita: «E adess v'el disi bèl ciaàr: da quest mumènt chì sii marì e mijèè». Per la prima volta la fatidica frase dialettale sarebbe stata pronunciata oggi a Palazzo Cernezzi, sede del Municipio di Como, durante la celebrazione del primo matrimonio in vernacolo. Davanti all'Assessore all'Ambiente Diego Peverelli (leghista), una coppia di comaschi di mezza età che ha scelto di unirsi con rito civile ma anche celebrandolo in dialetto. Peverelli, tuttavia, come prevedono le leggi in materia, ha dovuto pronunciare il «Vi dichiaro marito e moglie» anche in italiano come pure in doppia lingua ha letto i diritti-doveri dei due coniugi. In Municipio sono arrivati fotografi e telecamere, oltre a diversi curiosi per la singolare cerimonia. I due sposi sono apparsi piuttosto sorpresi per tanto interesse ma già da ieri le agenzie di stampa avevano anticipato quanto sarebbe accaduto. A volere che il rito fosse in lingua dialettale sono stati i due sposi, circondati da amici e parenti. Loro avrebbero voluto fare una sorpresa agli invitati 'ma la stampa ha bruciato la notizià. Presente anche il Consigliere regionale della Lega Nord Edgardo Arosio.
di ma.ge. 03 settembre 2009 da http://www.unita.it/
Per usare la stessa lingua : Ma andè a dà via i ciapp !!

domenica 30 agosto 2009

Pier Luigi Bersani alla Festa Nazionale del PD

«Non faccio il segretario se non posso dire la parola sinistra», dice con orgoglio, rifiutando l'etichetta di «passatista» e di «socialdemocratico» e citando, anche lui, Obama come esempio di modernità che si rifà alle radici … Le distanze dal suo rivale non sono sull'idea paese, sulle inefficienze del governo rispetto alla crisi e sulle categorie da difendere (insegnanti, famiglie, redditi bassi) ma sul partito che sarà a seconda che vinca l'ex comunista o l'ex democristiano. «Io voglio bene a Franceschini ma dire che non sta a lui spiegare le differenze da me non mi è piaciuto. Se in un anno abbiamo perso 4 milioni di voti, sarà un problema un pò di tutti», è la premessa all'elenco di errori «da correggere». Sull'identità, perchè «riformismo non è andare per funghi, un pò qua e un pò là» ma vuol dire partito «popolare, non giacobino, non classista». E qui Bersani scandisce il suo mantra: «Voglio un partito di una sinistra democratica e liberale e, siccome c'è gente che si preoccupa, vorrei anche sdrammatizzare: ci sono state tante sinistre (cattolica, liberale, comunista) e non si offendeva nessuno perchè sinistra allude all'uguaglianza di tutti». In quei valori sono le radici del Pd e Obama, modello politico di tutti i big Pd, è la prova vivente «della modernita» di alcuni ideali e non del «passatismo». Così come il radicamento del partito «di cui tutti ora parlano», è l'unico modo per costruire il partito: «È chiaro che bisogna conoscere Internet ma la sostanza politica è guardare la gente all'altezza degli occhi» … Certo sui temi etici, il Pd ha ancora strada da fare per trovare l'unità e per Bersani «va bene discutere ma poi ci si dà delle regole per trovare una posizione unica». E sui due nodi del dibattito congressuale, rinnovamento generazionale e alleanze, Bersani resta della sua idea. «Ho il compito di fare girare la ruota ma io non riduco i giovani a simboli… E se il primo compito del Pd è fare un'opposizione «combattiva», il secondo è «riorganizzare subito il campo del centrosinistra» senza aspettare «di farlo solo quando avremo il 51 per cento». E se «la raccolta non la fai quando semini», per l'aspirante leader la semina nel campo dell'opposizione va cominciata subito, aprendo il dialogo con «tutte le forze di opposizione», dall'Udc alla sinistra.
http://www.unita.it/news/italia/87698/bersani_non_rinuncio_alla_parola_sinistra

giovedì 20 agosto 2009

RONDE DALTONICHE

Dopo la legge che istituisce gli “osservatori volontari”, detti comunemente ronde, un decreto e diverse circolari precisano puntigliosamente caratteristiche e ambiti operativi dei volonterosi cittadini che dovrebbero vegliare sulla sicurezza e sulle situazioni di disagio sociale degli italiani. Le loro organizzazioni non possono essere emanazione di partiti, sindacati e tifoserie. Meno male! I loro membri non devono essere daltonici né avere ridotte capacità olfattive, uditive e di espressione visiva. E sembra persino che non siano autorizzati a usare il telefono a gettone. Nessuna stima dei costi dei controlli di questi requisiti. Forse perché nessuno si preoccuperà di verificare che vengano messi in pratica.


Dopo l'entrata in vigore della Legge 94/2009 (“Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”), il ministero dell'Interno è intervenuto in questi giorni con diverse circolari e con un decreto che disciplina gli ambiti operativi delle associazioni di osservatori volontari (le cosiddette ronde) e la loro iscrizione in apposito elenco presso la prefettura.
CHI PUÒ E CHI NON PUÒ
In base all'art. 3, co. 40-44 L. 94/2009, il sindaco può avvalersi di tali associazioni per la segnalazione agli organi competenti di eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale.Le associazioni di osservatori non possono essere emanazione di partiti o movimenti politici, né di organizzazioni sindacali (art. 1, co. 2, lettera b del decreto in questione) o tifoserie (art. 1, co. 2, lettera c). Né possono ricevere da tali soggetti risorse economiche (art. 1, co. 2, lettera e).Gli osservatori operano in nuclei formati da non più di tre elementi, non troppo giovani (almeno 18 anni; art. 5, co. 1, lettera b) né, verosimilmente, troppo vecchi (richiesta buona salute fisica e mentale; art. 5, co. 1, lettera b). Indossano casacconi giallo-fluorescente (art. 2, co. 3), con la scritta "osservatore volontario" (che li distingue da tutti coloro che casacconi simili indossano per semplice buon gusto).Per evitare che gli osservatori, equivocando, si segnalino a vicenda alle forze dell'ordine quali fomiti di insicurezza urbana, il decreto, dopo averli vestiti da fari antinebbia, esclude dal ruolo i daltonici (art. 5, co. 1, lettera b).
OLFATTO E AMMICCAMENTI
Sempre per evitare che l'attività di segnalazione si sviluppi solo in chiave endoassociativa, sono esclusi coloro che fanno uso di stupefacenti, delinquenti incalliti e quanti presentino o abbiano presentato in passato sintomi di malattia mentale (art. 5, co. 1, lettere c e d).Gli osservatori non potranno usare cani né altri animali (art. 2, co. 2). Per compensare la limitazione che ne deriva, si richiede loro di avere integre capacità olfattive e uditive (art. 5, co. 1, lettera b). Quanto alla capacità visiva, invece, non è richiesta. Si esige però un'adeguata capacità di espressione visiva (art. 5, co. 1, lettera b), indispensabile - suppongo - per un coordinamento tra osservatori fatto più di maschi ammiccamenti che di faticose locuzioni.Quando sia necessario effettuare una segnalazione (ad esempio, in presenza di persona colta da malore nel piazzale antistante la stazione), gli osservatori devono fare uso di cellulare o, se autorizzati preventivamente, di radio rice-trasmittenti (art. 2, co. 4). Sembra escluso che, in mancanza di quest'ultima dotazione e di campo o credito per il cellulare, gli osservatori siano legittimati a usare il telefono a gettoni del bar della stazione. In compenso, il sindaco che voglia impiegare gli osservatori deve curare che, almeno alle chiamate fatte col cellulare o con la rice-trasmittente, i vigili urbani rispondano (art. 2, co. 5).
GUARDIE E LADRI
Domanda: quando un gruppo di teppisti dovesse imbattersi in qualcosa che loro ritengono una minaccia alla sicurezza urbana o in una situazione di disagio sociale (altre - beninteso - da quelle da loro stessi rappresentate) e dovessero telefonare, alla polizia municipale, i vigili terranno conto della chiamata o eccepiranno la mancata iscrizione del gruppo nell'albo prefettizio? E chi controllerà che tutti i requisiti di cui sopra vengano rispettati? A carico di chi? O forse si tratta dei soliti requisiti per allodole, introdotti solo pro forma?
di Sergio Briguglio 20.08.2009 da http://www.lavoce.info/

Il Tango dalla Lega

http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=87414

Feste e festini

Alla Festa nazionale del Pd ci saranno molte presenze istituzionali da Fini a Schifani.
Perché non abbiamo invitato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi?
Semplice: questa è una festa, non un festino.

Lino Paganelli, responsabile nazionale della Festa del Pd

venerdì 7 agosto 2009

Genova come Villa Certosa?

Se togliamo le zanzare (forse) Genova come
Villa Certosa?

giovedì 23 luglio 2009

domenica 19 luglio 2009

Ignazio 1 Binetti - 0

Ignazio Marino : "Sì alle adozioni per i single; unioni civili sul modello tedesco e britannico"
Paola Binetti : È Ignazio che, per la deriva radical-laicista presa, è estraneo al Pd. Mi sono chiesta in queste settimane se è disperato e allora rastrella i voti che trova, se è un calcolo o se semplicemente non si rende conto di quel che dice. Marino è cambiato con un viraggio spiccato verso i radicali. Il punto non è che io potrei andarmene, capisco che sia irrilevante, ma migrerebbe molta gente sentendosi estranea se lui vincesse o modificasse la rotta dei Democratici".

Ebbene dopo aver realizzato due autoreti clamorose , Ignazio Marino riapre la partita segnando un punto a suo favore . Si dirà , con la Binetti è troppo facile. Vero! Ma non abbiamo ancora sentito esprimersi in modo così netto né Franceschini né Bersani , quindi il punto è valido e Marino lo incassa con merito.

mercoledì 15 luglio 2009

Beppe e Tonino il governo è vicino

Dopo questo post giuriamo solennemente di non parlare più della “bufala” del fratone fariseo Grillo e delle sue mire nei confronti della segreteria del PD.
Due righe per dire semplicemente questo: Marino Ignazio dopo l’infelice uscita sullo stupratore hai pensato bene di farne un’altra appoggiando l’idiozia di Grillo. Ma allora è un vizio! Una pisciata fuori dal vaso “una tantum” si può anche accettare ma due in tre giorni ci sembrano decisamente troppe. Continua così e vedrai i “piombini” … dove te li ritrovi .
Contemporaneamente apprendiamo che Antonio di Pietro ha un programma e già questa sarebbe una notizia di per sé : nella nostra infinita malafede eravamo convinti che il suo modo di fare politica fosse questo; si compra il giornale la mattina , si legge quello che ha detto Berlusconi e si rilascia immediatamente una dichiarazione in cui si afferma che sono tutte cazzate. Considerato che nel 99% delle volte ci si azzecca ecco spiegata la fortuna politica del più grande oppositore chela storia repubblicana abbia mai espresso .
Oggi sapere che Di Pietro persegue una linea politica che contempla : "il Parlamento pulito, la legge sul conflitto d'interessi, l'acqua pubblica, il no al nucleare e lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, il massimo di due legislature per i parlamentari, wi-fi gratuito, l'informazione libera, con il ritiro delle concessioni televisive di Stato ad ogni soggetto politico: sono tutti punti che l'Idv sta portando avanti da tempo “ ci fa solo piacere .
E allora va da sé che siccome esiste questa comunione di amorosi intenti perché il Tonino da Montenero di Bisaccia non lascia al suo alter ego di Genova la Segreteria dell’Italia dei Valori ?
In fondo, magari, finalmente capiremmo quali sono i valori a cui si fa riferimento.

martedì 14 luglio 2009

domenica 12 luglio 2009

Grillo, mi candido alle primarie del PD

«Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini».
Voglio che questa tradizione venga non si disperda.
Nel frattempo Topo Gigio ha già dichiarato: “ sosterrò anch’io Beppe Grillo e appena tornano, dalla loro avventura nel Klondike , chiederò a Paperino e Qui Quo Qua di essere con noi . Votate Beppe! “

Libera nos a Ma…rino

Premesso che siamo tra quelli che in vista del congresso del PD auspicavano una terza candidatura ( leggasi a tal proposito il post del 28 giugno scorso) in alternativa al duo Bersani-Franceschini e che, di conseguenza, avevamo accolto con favore l‘ipotesi di un ticket Marino/Civati ( con un pizzico di gradimento in più per il secondo) oggi ci troviamo sempre decisamente favorevoli a questa ipotesi ,ma con il seguente distinguo. Se Ignazio Marino volesse fare qualcosa di utile per il PD che si levasse di torno in un baleno! Lo diciamo per via delle sue dichiarazioni rispetto allo stupratore di Roma e contemporaneamente coordinatore di un Circolo PD della capitale . Secondo l’integerrimo Marino, il fatto che lo stupratore ( non uso nemmeno il termine presunto per non incorrere nel solito dibattito stucchevole per cui: “ è colpevole solo chi è già stato condannato” ) sia il responsabile politico di uno delle migliaia di circoli disseminati per il paese “… apre una enorme questione morale nel PD…” . Senza sottovalutare nulla della gravità del reato imputato al coordinatore romano , che cazzo c’entra l’intero Partito con le vicende dell’ individuo? Come si fa ad accostare centinaia di migliaia di militanti integerrimi e portarli ad un dibattito ( determinante in senso generale per un Partito come il nostro ) partendo , però, da un episodio che vede coinvolto una mezza calzetta ? Chi e cosa rappresenta il signor Bianchini per il PD intero? Forse un voto al prossimo congresso? Cazzo c’è di che armarsi e partire per una crociata in nome di tutto ciò! Marino, mi spiace, ma stavolta hai pisciato proprio fuori dal vaso. Capiamo la necessità di darsi visibilità perché il rischio , in vista del congresso, è quello di fare la parte del vaso di coccio tra i due vasi di ferro, ma se questo è il tuo biglietto da visita , beh non ci siamo proprio. Non ci siamo proprio perché ragionando con il tuo schema mentale arriviamo a chiederci : perché mai un Salvini qualsiasi che mezzo sbronzo canta una canzone nella quale insulta i napoletani deve dimettersi e un Marino sobrio che insulta tutti i militanti del PD dovrebbe essere eletto Segretario di quel Partito? Basta, ragazzi, non ne possiamo più. Passi ( ma mica tanto) per il presdelcons che ci chiama coglioni perché non lo votiamo e che ci accosta a chi faceva bollire i bambini per concimare il terreno. Passi per il Giornale , il Foglio , Libero che non perdono occasione per riversarci addosso carriolante di letame ogni giorno . Passi per i Cicchitto , i Gasparri , i Capezzoni e,ultimo arrivato nella combriccola, Gianpaolo Pansa. Passi semplicemente perché loro stanno dall’altra parte e gli conviene strumentalizzare ogni questione trasformando tutto ciò che gli capita a portata di mano per tirare l’acqua al proprio mulino. Ma che la stessa logica perversa venga usata al nostro interno contro noi stessi è decisamente troppo. Ordunque, esimio Professor Marino, per non essere accusati di fare gli struzzi aggiungiamo che anche noi siamo convinti che etica e moralità debbano essere valori essenziali per un militante del PD ed il nostro Statuto crediamo sia uno dei più avanzati in tal senso e vada fatto rispettare, ma che questa esigenza debba essere figlia di un fatto di cronaca nera ci sembra decisamente una grandissima cazzata. E non ci bastano le precisazioni con tanto di scuse ai militanti, dicendo che non si voleva dire ciò che si è detto , ne conosciamo già un altro abituato a smentire un minuto dopo quello che ha affermato un minuto prima , e se detestiamo costui anche per questa ragione, perché mai dovremmo concedere a te questa facoltà ? Quindi , per concludere , senza voler usare come paravento i celebri “ pidocchi che possono annidarsi anche sulla criniera del più nobile destriero” di Togliattiana memoria , senza minimizzare la necessità di testimoniare la nostra diversità di Democratici anche attraverso un’impronta etica e morale inequivocabili sia nella vita di Partito che in quella privata, ci chiediamo , e ti chiediamo : “ Perché invece di questa infelicissima uscita , dal tuo scranno di Senatore delle Repubblica, nonché dalla tua posizione di aspirante Segretario del Pd, non hai annunciato ad esempio la presentazione di una proposta di legge affinchè lo stupro passi da reato contro la morale a reato contro la persona? Avresti guadagnato tanti consensi quanti ne hai persi . Auguri per il Congresso…

sabato 11 luglio 2009

Il G8 e gli utili idioti

Il G8 è terminato, agli spettatori ( un po’ distratti ) come noi è sembrato molto difficile comprendere a quali rivoluzionarie conclusioni sia arrivato tutto il fior fiore del potere mondiale. Quali siano gli accordi che cambieranno la vita delle persone , onestamente , ci è difficile dirlo. Forse i 20 miliardi stanziati per l’Africa e che non si sa ancora se sono gli stessi già promessi la volta precedente o un nuovo stanziamento? Quei miliardi sui quali anche le ONG (sicuramente più attente di chi scrive) hanno dichiarato di non capire come quando e dove li vedranno? Oppure il pseudo accordo sul clima fatto di quattro ciance circa l’impegno a limitare di 2 gradi l’aumento della temperatura ? Se così fosse possiamo dire che la montagna , anche stavolta, ha partorito il topolino. Per il resto di questo G8 rimane la sensazione di una passerella di lusso . Carla Bruni che si commuove alla vista delle macerie (da un terremoto di 6.3 gradi della scala Richter cos’altro si aspettasse è un mistero ) .
Obama e Sarkozy che guardano con aria allupata il culo della sedicenne brasiliana ( chi va con lo zoppo impara zoppicare ) .
La Merkel che con il suo mazzettino di margherite afferma commossa “Siate forti, non vi abbandoneremo”… frase che ha gettato, subito, tutti gli abruzzesi nello sconforto visto che, immediatamente, è arrivato anche l’annuncio che il Presdelcons cerca casa in Abruzzo per passarvi le ferie e sovrintendere ai lavori di costruzione delle casette di fortuna che dovranno sostituire le tende. Quando si dice aggiungere sfiga (il presdecons ) alla sfiga (il terremoto) .
O ancora il presidente cinese che, dopo aver preso i suoi due meritati schiaffoni da Napolitano sul rispetto dei diritti umani, abbandona tutto in fretta e furia per tornare al suo paese a dirigere di persona un altro po’ di carneficina .
Ecco , forse in tutta questa vicenda se si può salvare qualcosa , questo è il ruolo giocato dal Presidente della Repubblica. Se questo G5 non è finito completamente a puttane ( ci scuseranno le amichette del premier se le citiamo) è stato per la capacità di intervento (prima , durante e dopo) di Giorgio Napolitano.
Calma quindi con l’esultanza dei giornali e dei Tg di famiglia che già sono partiti a strombazzare il fatto che il predelcons non avendo pestato nessuna merda esce rafforzato da questo consesso . Intanto perché è difficile pestare delle merde se cammini con un esercito di spazzini davanti a te che ti ripulisce ogni millimetro di strada , inoltre diciamolo francamente : dove si è mai visto che tra grandi ci si lasci sputandosi addosso o lanciandosi improperi di ogni genere? Non è alta diplomazia , è solo normale educazione . Quante volte è capitato a noi stessi di essere invitati a casa di qualcuno e nonostante il cibo fosse scadente , la moglie /il marito degli emeriti imbecilli , i figli letteralmente da ammazzare tanto erano maleducati … eppure ci siamo lasciati ringraziando “ per la splendida serata” ? Questa forse è la lettura più realistica di quanto avvenuto. Il resto , ovvero, credere davvero che il predelcons sia uscito da questi tre giorni candido e mondato da ogni peccato come un bimbo dal fonte battesimale lasciamolo scrivere agli idioti e lasciamolo credere a che vive abbeverandosi alla fonte degli idioti.

venerdì 10 luglio 2009

sono bastati due giorni...

Sono bastati due giorni insieme al "nostro" e guarda come si sono già ridotti .
Michelle e Carla riportateli a casa alla svelta!

lunedì 6 luglio 2009

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere. Le disposizioni contenute nel "Decreto Alfano" sulle intercettazioni rientrano all'interno di questa offensiva.Il cosiddetto "obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a .... ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell'obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i "citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: "Non vogliamo farci imbavagliare".Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto. - Non si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia.

sabato 4 luglio 2009

5 agosto 1938 - 3 luglio 2009

Approvato in via definitiva al Senato, con voto di fiducia, il “Pacchetto sicurezza”: 157 favorevoli tra PdL, Lega Nord e MpA;

“…I bisogni degli altri non significano niente per gente così. L’ unica cosa che gli importa è obbedire alla lettera a qualunque costo agli ordini impartiti dall'alto; è l’unico organismo che potranno mai conoscere. II comando autoritario, infatti, assicura I'esistenza di coloro che non ne hanno, ed è per questo che tanti fanno l’amore e la guerra; nel frattempo produce anche uno stipendio alla fine mese . Assassini o burocrati nati morti, che peso possono dare alla vita altrui?
Miserabili e assenti, sarebbero anche ridicoli se non fossero pericolosi; e ovviamente è perché ridiamo di loro e cambiamo canale quando appaiono in televisione che fanno tanto male spinti dalla disperazione che non possono permettersi di ammettere…”

Derek Raymond

lunedì 29 giugno 2009

Milano,cinghiale di 200 chili ritrovato nel Naviglio grande.
http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/cronaca/milano-cinghiale/milano-cinghiale/milano-cinghiale.html


Ore di terrore alla Redazione de " IL FOGLIO"

domenica 28 giugno 2009

La consolazione di poter dire : “paese di merda!”

“ …i democratici italiani debbono contarsi su diverse visioni del bene comune, se ce ne sono di diverse; oppure su due diverse personalità e biografie. Chi osserva da fuori questa vicenda non vede spazio per terzi e quarti candidati, sembra già ardua una visione duplice, tre o quattro sarebbero un tentativo di dividere l'atomo, che francamente servirebbe solo a nascondere la rissa generale e l'implosione.”
Questo il verbo di Eugenio Scalfari nell’editoriale odierno.
Perché non ci sarebbe spazio per un candidato alternativo al buon Franceschini e all’altrettanto buon Bersani?
Francamente è difficile comprenderlo . Forse perché il timore è che si creino tre fazioni all’interno del Partito?
Diamo pure per buona questa lettura, ma che differenza ci sarebbe tra un partito diviso in due anime ed un partito che esprime una personalità nuova , magari in grado di portare fuori dalle paludi dei vecchi riti un partito che si sta autoestinguendo per mancanza di ossigeno?
Con il massimo rispetto per Franceschini e Bersani perché mai un volto nuovo che sappia essere più convincente, per chi non è mai stato targato Margherita o DS, dovrebbe essere così dannoso per un Partito che ha l’ambizione di portare aria nuova e soprattutto nuovi consensi nell’asfittico ,degenerato e ormai sputtanato ceto politico nazionale. In fondo chi governa oggi il paese ha fatto la sua fortuna politica proprio su questo essere una persona nuova che ( a suo dire ) con la politica non aveva nulla a che fare.
Siccome le analogie dell’attuale fase storica non sono poche rispetto a quelle che hanno determinato la cosiddetta fine della prima repubblica, cosa osta al fatto di rinnovare nel profondo il Partito che ( comunque la si pensi ) rappresenta ancora un quarto degli italiani dei tre quarti che votano?
C’è il timore che il “vecchio” ceto politico , fatto di marpioni , non lascerebbe scampo ad un nuovo corso?
Legittimo anche questo pensiero!
Ma allora diciamolo che pensiamo che il nuovo PD, al di là di chi possa essere la nuova guida , resterà ancorato ai vecchi schemi ed alle vecchie liturgie. Diciamolo perché almeno facciamo chiarezza ! Facciamo chiarezza sul fatto che non ci crediamo proprio all’idea che anche questo paese abbia l’opportunità di costruire un Partito nuovo che sappia rappresentare al meglio la voglia di riformismo e di novità che una parte consistente del paese chiede. Diciamolo che siamo rassegnati a vivere in una società di merda, con l’unica consolazione di poterlo ripetere ogni volta che parliamo di politica.

sabato 27 giugno 2009

La “melma” siamo noi ?

Mettiamo da parte (solo momentaneamente) l’indignazione e la presa per il culo di tutti i media stranieri circa la bizzarria di un paese europeo che sembrerebbe disposto a tollerare pure un Bokassa o un Idi Amin Dada pur di non uscire dalla calda e confortevole bolla di idiozia che gli è stata costruita attorno dai media del Cavaliere e annotiamo come confortanti almeno due notizie. La prima è che la parte meno reazionaria del clero ( leggasi Famiglia Cristiana) dice con chiarezza riferendosi al cosiddetto premier che "a tutto c'è un limite". "Quel limite di decenza è stato superato. Qualcuno ne tragga le debite conclusioni", arrivando a concludere che il signorotto di Arcore è ormai “ indifendibile” . La seconda notizia è che anche dalla parte meno progressista degli ambienti clericali , ovvero dall’ Avvenire cominciano ad arrivare vagonate di letame sotto forma di articoli dove non solo si afferma che "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese" ma si arriva al punto di formulare anche qualche velata minaccia tipo: "Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un'altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio" ... " E comunque, prima o poi arriva il momento del conto".
E' dura scrivere che condividiamo qualcosa che arriva dall'ambito clericale nazionale considerata la pessima opinione che abbiamo di questa consorteria . Ma se è dura per noi, anticlericali per convinzione , riteniamo che a maggior ragione queste prese di posizione debbano avere un riflesso importante su chi, invece , assegna un ruolo importante nella vita sociale del Paese a questa categoria di individui.
E allora dove sono le voci dei vari Buttiglioni, dei vari Casini, degli stessi Formigoni , o delle Binetti , sempre proni e sempre pronti nel baciare i vari anelli episcopali ?
Dove sono finiti tutti quei politici da sacrestia che fino ad un anno orsono ci spiegavano che l'etica e la morale devono essere patrimonio inalienabile del cattolico che fa politica ?
Dove sono finiti tutti quei valorosi difensori dell’etica e della morale che tanto si erano spesi all'epoca del referendum sulla procreazione assistita o sulla tragica vicenda della povera Eluana ?
Sia l’Avvenire che Famiglia Cristiana fanno anche un riferimento esplicito al popolo dei cristiani che sarebbero : “frastornati e amareggiati “ aggiungendo che: “ Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare".
Ora , senza voler mettere in dubbio il comune sentire dell’ intellighenzia cattolica, ma a voi sembra che questo paese sia così scandalizzato dalle vicende del presdelcons al punto di aspettarci che, anche per lui, siano già pronte manciate di monetine, come accadde alla buonanima del suo “compare” deceduto in terra straniera pur di non affrontare un processo ?
A noi non sembra proprio che il paese che ogni domenica riempie Piazza S.Pietro o la spianata di Monterotondo per venerare Padre Pio sia così pronto a pretendere , come afferma Famiglia Cristiana, che come avviene in “altre nazioni se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni.”
Il formarsi delle opinioni dipende dagli ambienti che si frequentano . Chi ha a che fare con i cattolici sicuramente avrà tutte le ragioni per affermare ciò che afferma . Noi che, con molta più modestia, frequentiamo , quotidianamente, ambienti assai più “variegati” ( ma proprio per questo più vicini alla società reale) siamo ancora qui sconsolati a pensare che abbia capito molto di più sul nostro Paese il giornalista inglese che sul The Guardian scrive : “A 72 anni, Berlusconi non se ne andrà fino a quando il Signore non lo prenderà. Poi gli italiani tireranno un sospiro di sollievo, come fa la gente quando il boss è stato finalmente cacciato.”
E se per un attimo ci siamo trovati a leggere (anziché saltarle, come facciamo sempre allorquando ricorrono alcuni nominativi) le parole del signor Cossiga che scrive al Corriere per dire :” Caro Silvio, basta rotolarsi nella melma” probabilmente significa che la melma nella quale l ”amico” si rotola non è una semplice metafora ma qualcosa di più tangibile : ossia quei di milioni di persone che ancora due settimane fa hanno messo la crocetta sul famigerato nominativo .