domenica 28 settembre 2008

Una Massa …di licenziose

Dopo che, per anni, i vari filmetti si quart’ordine hanno giocato sull’immagine dell’insegnante provocante che si presentava in classe in guêpière facendo sbavare Alvaro Vitali e tutti gli pseudo attori che si sono cimentati nel ruolo, adesso il registro cambia.
Basta insegnanti che di fatto condannano alla cecità schiere di adolescenti dediti all’onanismo più sfrenato. Basta professoresse che massacrano colleghi alimentando tempeste ormonali che complice l’età rischiano, anche, di risultare fatali.
Basta con educatrici che si fanno palpeggiare e riprendere il lato B ,salvo poi, incazzarsi quando finiscono su You Tube .
Siamo o non siamo nell’era Gelmini con un scuola modello di anni venti , fatta di alunni tutti “in fila per tre “ come cantava Bennato ?
Siamo o non siamo nella scuola dei “lindi grembiulini” che , come dimostrano tutte le teorie pedagogiche più avanzate nonché approfonditi studi scientifici ,da soli ,fanno crescere il livello intellettuale dei fanciulli ?
Pur essendo in quest’era , evidentemente e inspiegabilmente , un che di pruriginoso la scuola lo alimenta sempre . Ed allora ecco comparire un’altra figura che va ad affiancarsi a quelle che alcuni cineasti di serie C2 per anni ci hanno propinato . La madre di famiglia svergognata che accompagna i figli nascondendo a malapena le pudenda. A fornire questo ghiottissimo scoop è il quotidiano di proprietà del Presdelcons. Pare , infatti , a detta del succitato foglio (online) che all’ingresso di una scuola di Massa (presumiamo Carrara ma potrebbe essere Lombarda, Marina , Lubrense , Fiscaglia , Martana ecc. ) sia stato affisso un comunicato in cui , i religiosi che gestiscono la scuola, rammentano alle genitrici che “…alcuni modi di vestire rischiano di superare il limite del buon gusto e creare disturbo ed imbarazzo nell’ambito di una vita comunitaria.” Cosa c’entri la foto che accompagna l’articolo, dove una avvenente fanciulla scollacciata traccia dei segni incomprensibili su una lavagna, non è molto chiaro , visto che parliamo di madri di famiglia , le quali , notoriamente , non entrano in classe a divulgare il sapere . Ma non importa , forse il Capo non ha avvertito i suoi redattori delle idee di tal Maristella Gelmini e costoro non sanno che già una maestra basta e avanza ed pertanto categoricamente escluso che le mamme possano entrare in classe a svolgere la funzione docente. Ma torniamo all’argomento iniziale , come caspita si vestiranno le madri in questa non meglio identificata Massa? Se lo chiede l’autore dell’articolo ma , adesso, ce lo chiediamo anche noi. Ciò che però troviamo maggiormente preoccupante non è tanto la lunghezza delle gonne o la trasparenza delle camicette bensì i risvolti pericolosi di questa abitudine . Lo sapranno, infatti, le disinibite genitrici che (viste le ordinanze di alcuni sindaci) possono rischiare di essere scambiate per adescatrici e tradotte al commissariato? Vadano poi a dirgli che il bambino lo volevano portare a scuola e non serviva a coprire la loro attività di meretrice. E al marito cosa gli diranno quando se ne uscirà con la fatidica frase : “ Cazzo io a lavorare come un pirla! E tu in giro a fare la troia! “ ma soprattutto come si porranno di fronte all’inevitabile quesito : “ … e i soldi che guadagni dove vanno a finire? “
E’ , come si suol dire un … bel casino … oops! … volevo dire: un bel pasticcio, da spiegare.
E allora rivolgiamo un appello a tutte le mamme dei paesi che hanno nel loro nome il termine Massa e che complice, magari, la bella stagione hanno deciso di condividere con la collettività le loro grazie ... Basta , signore, tornate in voi . Noi apprezziamo il gesto . Ci fa piacere sapere che esistono ancora persone disposte a non celare nel solo talamo nuziale le proprie virtù . Ma purtroppo siamo in paese di merda e se le TV del Presdelcons possono tranquillamente trasmettere scene di sesso e di violenza anche in orari in cui non sarebbe permesso , non dovete pensare che , di conseguenza , anche voi siete legittimate a mostrare qualche centimetro di coscia in più . Non è così ! Questo non è più il paese in cui : “la legge è uguale per tutti “ . Come già detto più volte, è il paese del Marchese del Grillo dove la regola è : “Io so’ io e voi nun siete un cazzo!”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Uhm, mi viene un dubbio: ma siamo sicuri che il cartello si riferisse alle mamme?!?
No, perché a giudicare dalla mise di certe ragazzine che probabilmente pensano che quello mostrato dalle tv del presidente del consiglio sia il modello da seguire per le femminucce, qualche dubbio ce l'ho...
Ciao.