sabato 27 giugno 2009

La “melma” siamo noi ?

Mettiamo da parte (solo momentaneamente) l’indignazione e la presa per il culo di tutti i media stranieri circa la bizzarria di un paese europeo che sembrerebbe disposto a tollerare pure un Bokassa o un Idi Amin Dada pur di non uscire dalla calda e confortevole bolla di idiozia che gli è stata costruita attorno dai media del Cavaliere e annotiamo come confortanti almeno due notizie. La prima è che la parte meno reazionaria del clero ( leggasi Famiglia Cristiana) dice con chiarezza riferendosi al cosiddetto premier che "a tutto c'è un limite". "Quel limite di decenza è stato superato. Qualcuno ne tragga le debite conclusioni", arrivando a concludere che il signorotto di Arcore è ormai “ indifendibile” . La seconda notizia è che anche dalla parte meno progressista degli ambienti clericali , ovvero dall’ Avvenire cominciano ad arrivare vagonate di letame sotto forma di articoli dove non solo si afferma che "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese" ma si arriva al punto di formulare anche qualche velata minaccia tipo: "Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un'altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio" ... " E comunque, prima o poi arriva il momento del conto".
E' dura scrivere che condividiamo qualcosa che arriva dall'ambito clericale nazionale considerata la pessima opinione che abbiamo di questa consorteria . Ma se è dura per noi, anticlericali per convinzione , riteniamo che a maggior ragione queste prese di posizione debbano avere un riflesso importante su chi, invece , assegna un ruolo importante nella vita sociale del Paese a questa categoria di individui.
E allora dove sono le voci dei vari Buttiglioni, dei vari Casini, degli stessi Formigoni , o delle Binetti , sempre proni e sempre pronti nel baciare i vari anelli episcopali ?
Dove sono finiti tutti quei politici da sacrestia che fino ad un anno orsono ci spiegavano che l'etica e la morale devono essere patrimonio inalienabile del cattolico che fa politica ?
Dove sono finiti tutti quei valorosi difensori dell’etica e della morale che tanto si erano spesi all'epoca del referendum sulla procreazione assistita o sulla tragica vicenda della povera Eluana ?
Sia l’Avvenire che Famiglia Cristiana fanno anche un riferimento esplicito al popolo dei cristiani che sarebbero : “frastornati e amareggiati “ aggiungendo che: “ Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare".
Ora , senza voler mettere in dubbio il comune sentire dell’ intellighenzia cattolica, ma a voi sembra che questo paese sia così scandalizzato dalle vicende del presdelcons al punto di aspettarci che, anche per lui, siano già pronte manciate di monetine, come accadde alla buonanima del suo “compare” deceduto in terra straniera pur di non affrontare un processo ?
A noi non sembra proprio che il paese che ogni domenica riempie Piazza S.Pietro o la spianata di Monterotondo per venerare Padre Pio sia così pronto a pretendere , come afferma Famiglia Cristiana, che come avviene in “altre nazioni se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni.”
Il formarsi delle opinioni dipende dagli ambienti che si frequentano . Chi ha a che fare con i cattolici sicuramente avrà tutte le ragioni per affermare ciò che afferma . Noi che, con molta più modestia, frequentiamo , quotidianamente, ambienti assai più “variegati” ( ma proprio per questo più vicini alla società reale) siamo ancora qui sconsolati a pensare che abbia capito molto di più sul nostro Paese il giornalista inglese che sul The Guardian scrive : “A 72 anni, Berlusconi non se ne andrà fino a quando il Signore non lo prenderà. Poi gli italiani tireranno un sospiro di sollievo, come fa la gente quando il boss è stato finalmente cacciato.”
E se per un attimo ci siamo trovati a leggere (anziché saltarle, come facciamo sempre allorquando ricorrono alcuni nominativi) le parole del signor Cossiga che scrive al Corriere per dire :” Caro Silvio, basta rotolarsi nella melma” probabilmente significa che la melma nella quale l ”amico” si rotola non è una semplice metafora ma qualcosa di più tangibile : ossia quei di milioni di persone che ancora due settimane fa hanno messo la crocetta sul famigerato nominativo .

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