mercoledì 9 luglio 2008

Peccato!

Se piazza Navona applaude Giorgio Napolitano e Beppe Grillo lo insulta, noi stiamo con la piazza e stiamo con il presidente della Repubblica. Noi stiamo con Furio Colombo che ha dato una scossa a quella folla azzittita da troppe imbarazzanti volgarità ricordando quello che tutti volevamo sentire. Che si era lì in tanti non per attaccare Veltroni o per deridere l’opposizione del Pd ma per protestare contro il governo dell’impunità e delle impronte digitali ai bambini rom. Siamo con Moni Ovadia che ha detto: «noi stiamo qui per esserci», condensando in cinque parole un sentimento comune di non rassegnazione. Stiamo con Rita Borsellino, donna di ferro. Stiamo con Andrea Camilleri e con le sue civilissime poesie incivili. È un vero peccato che Antonio Di Pietro non abbia capito che quella piazza chiedeva concordia e che l’aveva avuta nelle parole (anche sue) e nei toni e negli accenti, fino a quando una voce dall’aldilà non ha fatto piazza pulita di sentimenti e speranze sentenziando con un vaffanculo che era tutto inutile e che l’Italia era perduta per sempre. Se inviti Grillo avrai Grillo. Che non è il diavolo ma che persegue una sua personale profezia di sfascio e dissoluzione dalle cui rovine, figuriamoci, nascerà il nuovo e il giusto. Cosa aveva a che fare questa apocalisse condita di oltraggi al Papa con una manifestazione di protesta contro il governo, resta un mistero. Forse neanche Berlusconi aveva sperato in tanto: un girotondo che servisse alla causa del peggiore, la sua. L’opposizione non è un pranzo di gala e forse ci voleva una piazza Navona per restituire la parola a una base lasciata troppo sola dopo la batosta elettorale. Ma l’opposizione non si costruisce né con le scorciatoie e né mettendo insieme tutto e il contrario di tutto, magari per togliere qualche voto al vicino di banco. L’opposizione è soprattutto una scommessa sul futuro. Speriamo, ieri, di non averla perduta.
Un voto da 1 a 10 a questo articolo di Antonio Padellaro : 11.5

Nessun commento: